RICORDI DI UNA NOTTE STELLATA
Le sue parole, così dolci e crudeli, mi hanno colpita, in
profondità.
Il suo sguardo, sempre fisso nel mio, è sincero. E
ardente.
Le sue braccia sono accoglienti, mi avvolgono e mi
trasmettono calore.
Le sue labbra sulle mie sono setose. Ed io non resisto.
Restituisco il bacio all’uomo che da tempo afferma di amarmi. Di aver sempre
amato solo me. Che amerà solo me per sempre.
Mi lascio andare. È una sensazione completamente nuova
per me. Lasciarmi andare…
Ma dura pochi istanti.
Non posso.
Non voglio.
Non è ciò che davvero desidero.
Un ricordo sepolto nella mia mente emerge prepotente. No,
non è neanche un ricordo, perché non avevo mai avuto memoria di aver vissuto
quel momento. Però ora l’immagine del tuo volto vicino, sempre più vicino al
mio, è così nitida nella mia mente da abbagliarmi. E più del ricordo può la
sensazione. La sensazione di un bacio segreto, non richiesto, ma che mi ha
trasmesso una consapevolezza che non cercavo, che non meritavo…
E ora la sensazione del ricordo di quel bacio si
sovrappone alla sensazione del bacio che sto vivendo ora, qui.
Spalanco gli occhi e scosto il mio viso da quello di
Girodel.
Lui mi fissa interdetto, addolorato.
Ma non è nulla in confronto allo sguardo che mi lanci tu.
Ti vedo e spingo Girodel lontano da me.
Ma ormai è tardi.
Tu ti mordi le labbra, ti volti e corri via.
*
Le mie mani aperte sono puntate sul petto di Girodel.
Cerco di respingerlo, ma lui trattiene le mie braccia. È confuso, triste, forse
arrabbiato.
“Mademoiselle, cosa succede? Perché… perché ora mi
respingete?”
No, non è arrabbiato. Così è anche peggio. Se lo fosse
potrei urlargli di lasciarmi andare, di lasciarmi andare per sempre, ma così…
Smetto di respingerlo e appoggio la fronte sul suo petto.
Sento le sue braccia circondarmi. Io resto immobile per qualche istante,
cercando di mettere in ordine idee e sensazioni. La sua mano tra i miei capelli,
dolce, protettiva ma anche piena di desiderio non mi aiuta.
“Girodel…” sospiro.
“Credo possiate iniziare a chiamarmi Victor.” Un sorriso
imbarazzato accompagna la frase. Non posso vederlo, ma lo percepisco dalla voce.
Devo farmi forza.
“Girodel…” e posso sentire il vostro cuore perdere un
colpo. “Vi supplico… lasciatemi libera. Io non posso…” Non posso continuare. Le
lacrime me lo impediscono.
Lui mi stringe un po’ più forte a sé.
È uno strazio essere costretta a ferire quest’uomo.
“Perdonatemi.” Sussurro. Ma non basta. Non può bastare. Alzo la testa e fisso i
miei occhi nei suoi. Se lo merita. “Perdonatemi.” Ho la voce arrochita dal
pianto trattenuto e vedo il suo volto sfocato a causa delle lacrime. “Non posso
sposarvi. Non sarebbe giusto nei vostri confronti. Voi non meritate di avere al
vostro fianco una donna che non vi ama veramente.”
Ci fissiamo negli occhi per un tempo infinito. Vedo la
consapevolezza farsi strada nel vostro sguardo, nel vostro cuore. “Una
donna che non mi ama veramente. Voi… voi dite di non amarmi veramente…
significa forse che in qualche modo mi amate?”
No, non fatemi questo. Non fatevi questo. A cosa serve? A
chi? Ma voi continuate a fissarmi, in attesa di una risposta. E almeno una
risposta ve la devo. “Sì Girodel. Una parte di me vi ama e vi rispetta. Ma non è
sufficiente. Non è sufficiente per me, e sono sicura che non sia sufficiente
nemmeno per voi.”
Le vostre pupille ballano, seguendo i vostri pensieri. Io
attendo.
“No, non è sufficiente. Io amo solo voi, e pretendo
altrettanto.”
Sospiro. Di sollievo. Di dolore.
“Se… se lui non esistesse… allora voi potreste..?”
Alzo la testa di scatto. “Ma lui esiste.”
Le vostre braccia si sciolgono, liberandomi.
“Addio, mio amore.” E così dicendo mi baciate la mano.
Non avevo mai ricevuto un baciamano e credo che mai più mi capiterà.
Mi alzo in punta di piedi e vi bacio su una guancia.
“Grazie.” Vi soffio in un orecchio, cercando di far entrare in questa breve,
semplice parola, un intero universo di sentimenti. Poi mi giro veloce e scappo
via.
Scappo verso di te.
Nella speranza che tu voglia ancora ascoltarmi.
Fine
)