IL CUORE E LA LUNA
Capitolo Settimo
"Ci vedremo venerdì" gli rispose Oscar.
Questa volta Michael le aveva parlato, non si era limitato a sorriderle.
Oscar si girò sul fianco destro e aprì gli occhi: non riusciva a prendere sonno.
Ogni volta che sentiva di addormentarsi, le appariva il viso sorridente di
Michael e si svegliava.
"Michael sei bellissimo, ma ho bisogno di riposare!" disse a voce alta, come se
lui fosse lì con lei. Accese la luce e si alzò dal letto. Gironzolò qualche
minuto per la stanza. Si avvicinò alla finestra, scostò le tende e
guardò fuori. Non c'era solo Michael nei suoi pensieri.
Le tornarono in mente tutti i singoli momenti della serata appena trascorsa. Era
stata una bellissima serata: un'ottima cena e….sorpresa, sorpresa Andrè aveva
cenato con loro. Armand aveva dato seguito alle parole che Oscar aveva detto
qualche sera prima.
Avevano festeggiato la vittoria sulle altre emittenti televisive e Armand, dopo
cena, comunicò ad Andrè che avrebbe partecipato con loro alla prima e che per
quella settimana avrebbe lavorato a Parigi. Sarebbe partito con loro lunedì
mattina e sarebbe rientrato il sabato successivo.
'Lo vedrò tutti i giorni'. Con stupore si scoprì a desiderare che fosse già
lunedì. "Ho proprio sonno" disse. Si rimise a letto e dopo qualche minuto si
addormentò.
Subito si rese conto che la tuta non la teneva abbastanza calda. Tremò, sentendo
attraverso il tessuto, la frizzante aria del mattino.
'Mi riscalderò correndo' pensò. Si voltò in direzione della dependance. 'Andrè
starà ancora dormendo'. Il pensiero di Andrè la emozionò. Iniziò la sua ora di
jogging con dei lunghi respiri e con lo stretching. Poi si avviò, prima
camminando e successivamente aumentando gradualmente la velocità. Correndo si
allontanò dalla villa lungo il per-
corso che aveva studiato per il suo allenamento.
*****Brano n.2: 'One Night'*****
Mantenne un ritmo costante e regolare fino alla spiaggia; il vento le portava il
profumo del mare e l'eco del verso dei gabbiani. Inspirò a pieni polmoni, fece
uno scatto e arrivò al bagnasciuga; cominciò gli esercizi sul posto. Ma smise
quasi subito: fu distratta dalla lunga scia luccicante che il sole proiettava
sull'acqua. Si soffermò a guardare il gioco di
luci e inspirò ancora quel profumo così intenso.
"Si batte la fiacca, eh?"
La voce di Andrè la fece sussultare.
"Mi hai fatto paura!" protestò Oscar. "Che ci fai qui?"
"Ho preso l'abitudine di fare un po' di jogging la mattina"
Oscar lo guardò: non sapeva se credergli o meno. Poi " Bene, allora vediamo se
riesci a starmi dietro!"
"Presuntuosa…."
Per tutta risposta Oscar gli fece una smorfia e iniziò a correre. Andrè la
raggiunse con poche e decise falcate: ora correvano fianco a fianco.
"Vediamo se riesci a prendermi!" gli disse e aumentò la velocità.
Andrè la lasciò andare avanti, poi cambiò strada, tagliando attraverso un campo
lì vicino. Sempre correndo Oscar si girò per vedere se Andrè era ancora dietro
di lei finendo così dritta dritta fra le sue braccia.
"Presa!" le disse.
"Non vale: hai barato!" protestò lei debolmente. Alzò il viso verso di lui
incontrando i suoi occhi.
'Cos'è questa sensazione? Perché il mio cuore batte così forte? Non è di certo
per la corsa….'pensava Oscar.
"Sei bellissima, amore mio" le disse Andrè.
Quelle due parole furono una piacevole sorpresa: com'era bello sentirsele
dire….Gli sorrise e gli chiese "Da quanto tempo?" Si sentiva nervosa ma allo
stesso tempo era felice.
"Da sempre" fu la risposta.
Ma Andrè non aveva detto nulla: il suo cuore lo aveva fatto per lui.
Oscar appoggiò il viso al suo petto: "Sto così bene con te" gli disse. E lo
abbracciò. Andrè le prese il mento con le dita e dolcemente le alzò il viso; la
sua espressione era dolce, tenera: c'era solo lei e nient'altro.
Oscar aveva lo stomaco stretto in una morsa: 'Quando mi guardi così mi fai
sentire unica, speciale…'
Andrè abbassò il viso: era così vicino ora. Il suo sguardo non la abbandonava.
L'attirò a sé di più, chiuse gli occhi e la baciò.
Fu un bacio dolcissimo.
'Ti amo, ti amo' L'amore che provava per lui si era rivelato con tutta la sua
intensità. Rispose a quel bacio emozionata.
"Lo so"
Oscar si staccò; come prima Andrè non aveva detto nulla. Lo guardò per qualche
istante.
"E' tutto così stupendo…." gli disse e lo baciò di nuovo con trasporto. Poi
Andrè si staccò per darle piccoli baci sul viso e sulla fronte. Infine si
allontanò da lei: il suo sguardo era diverso ora. Anche intorno a loro tutto era
diverso: si era alzato il vento ed era tutto grigio.
"Ora devo andare" le disse Andrè.
"Vengo anch'io: torniamo a casa insieme" gli disse di rimando.
"No. Mi dispiace, Oscar: non mi troverai a casa." Era così triste. "Devo andare"
ripeté. Sembrava sul punto di piangere.
"Cosa vuol dire che non ci sarai a casa? Abbiamo scoperto di amarci….Io voglio
stare con te….Perché tutto questo, Andrè? Andrè?"
Ma lui non c'era più. Era sparito insieme al vento e alle nuvole grigie.
Guardò in su, verso il cielo. Il sole splendeva alto ed era così accecante!
Immediatamente realizzò: aveva lasciato scostata la tenda la notte prima quando
per calmarsi un po' aveva guardato fuori dalla finestra.
Si alzò e aprì lasciando entrare aria fresca nella camera ma sentì subito che
qualcosa non andava. L'aveva presa una strana malinconia e vedeva tutto
offuscato. Istintivamente chiuse gli occhi: due grosse lacrime le scesero lungo
il viso. Restò alla finestra per un po', stupita.
Asciugò le lacrime con le dita. In quel momento ricordò: 'Non lo vedrò più!'
Quel pensiero la fece vacillare.
Poi sentì l'eco di una risata: era Andrè che scherzava con Rosalie. Si sentì
subito sollevata: era stato tutto un sogno!
'Sembrava così reale, però' pensò mentre alla svelta si stava preparando per
raggiungere i suoi amici. Salutò in fretta i genitori e si precipitò fuori,
uscendo dalla porta posteriore. Portò con sé della frutta che prese il posto
della colazione.
"Ehi! Si batte la fiacca, eh?" la prese in giro Andrè vedendola arrivare.
"Qui siamo pronti da un po'. Andiamo?" continuò.
Oscar si voltò subito verso di lui: le stesse parole del sogno!
Come per scacciare il ricordo di quello che sarebbe accaduto dopo, gli si
avvicinò e gli disse: "Si, ma prima abbracciami e dammi un bacio"
Andrè rimase stupito da quella richiesta. Aveva però notato un'ombra di
malinconia nei suoi occhi e decise di accontentarla. Le mise le braccia intorno
alla vita e le diede un bacio sulla guancia.
"E questo cos'è?" protestò lei avvicinandosi di più a lui.
"Ma?" Andrè la guardò con aria interrogativa poi "OK!"
Subito Oscar si trovò letteralmente incollata a lui. Le sue braccia la
stringevano forte. E i suoi baci….sul collo, sulla fronte, sul viso poi ancora
sul collo. Oscar lo lasciava fare. Stretta in quell'abbraccio provava emozioni
nuove che la facevano stare così bene. Si sentiva amata, protetta. Avrebbe
voluto rimanere così per sempre.
In quel momento suonò la sveglia, facendo tornare Oscar bruscamente alla realtà.
"Mmmmh….Che peccato! Era così bello!" mormorò aprendo gli occhi. Si preparò alla
svelta e uscì per l'ora di jogging. L'aria frizzante del mattino le colpì il
viso; le tornò in mente il sogno.
'Ho fatto bene a mettermi questo golfino sopra la tuta' pensò. Iniziò la
respirazione e poi si avviò correndo verso la spiaggia. Dalla finestra della sua
stanza, Andrè la vide mentre si allontanava: i suoi capelli, raccolti in una
lunga coda, fluttuavano morbidi ad ogni passo.
'Ecco la mia Oscar' pensava tra sé 'Sei bellissima, amore mio. Quando correrai
così verso di me?' si chiese.
Prima di uscire dal cancello della villa, Oscar si girò verso la dependance;
pensava ancora a quello che aveva sognato.
'E' la prima volta che ti sogno, sai Andrè? Quanti baci ci siamo dati….
Accadrà davvero?' si chiese; poi riprese l'allenamento. Ora era ferma sul
bagnasciuga: stava guardando il luccichio dei raggi del sole sull'acqua.
Soffiò un alito di vento che le portò la voce di Andrè:
"Si".
Capitolo Ottavo
Quel lunedì mattina, partirono con notevole ritardo da st.Malo a causa delle
cattive condizioni del tempo.
Durante la notte si era abbattuto sulla costa un violentissimo tempora- le che
aveva lasciato come segno del suo passaggio, un forte vento e un brusco
abbassamento della temperatura. Dopo una lunga attesa, ricevettero il permesso
di volare, ma presto il vento si alzò di nuovo creando turbolenze e vuoti d'aria
dentro i quali
l'elicottero finiva regolarmente. Finalmente ora stavano sorvolando Parigi e
avevano lasciato alle loro
spalle il cattivo tempo. Si alzarono tutti dai loro posti tranne Oscar che
contrariamente al solito, aveva sofferto di un leggero senso di nausea per tutto
il tragitto.
"Ehi…come va?" le domandò Andrè prendendole la mano.
"Un po' meglio, grazie Andrè. Mi spiace, non riusciamo a vedere la Tour Eiffel
stamattina, siamo molto in ritardo" gli disse in tono di scusa.
"Non è certo colpa tua. Andremo un'altra volta. Tranquilla. Cerca di riposarti
ora" terminò dandole un bacio sulla fronte.
"Ok. Andrè….?"
"Si ?"
"Sono contenta del fatto che passerai la settimana a Parigi" disse
sorridendogli.
"Lo sono anch'io" le disse ricambiando il sorriso. "Chiudi gli occhi ora"
terminò accarezzandole il viso e riprendendo posto di fronte a lei.
Armand e Rosalie tornarono pochi minuti dopo: lui le aveva fatto vedere la
pulsantiera dei comandi e fatto conoscere i pilota, che aveva preannunciato loro
che sarebbero atterrati nel giro di venti minuti.
Una volta tornati ai loro posti, Armand si rituffò nella lettura dei documenti
per la riunione del pomeriggio e Rosalie si incollò al finestrino rapita dal
panorama che vedeva sotto si sé.
Andrè, come Oscar, invece, chiuse gli occhi e cercò di riposare un po'.
La sua mente lo riportò a due giorni prima. Avevano cavalcato tutta la mattina,
prima lungo la spiaggia poi addentrandosi nei boschi che si estendevano al di là
della tenuta.
Per pranzo si erano fermati in una piccola caletta con sabbia al posto dei sassi
e dove, grazie a piccole scogliere naturali, l'acqua del mare, sospinta da onde
e correnti, si era riversata all'interno di una cavità formatasi negli anni,
diventando così una piccola 'piscina' naturale dove l'acqua non era fredda e si
poteva fare il bagno tranquillamente.
Restarono lì qualche ora, poi ripresero la loro cavalcata nei boschi.
Ad un tratto la videro.
Era un'imponente costruzione in marmo bianco con i tetti blu. Ai due lati, due
torri che terminavano coi tetti a punta. Da lontano si sarebbe potuto scambiarlo
per un castello.
Si portarono davanti all'ingresso; un grosso cartello, posto alla sinistra di
esso, riportava la scritta 'A VENDRE' seguito dal nome e indirizzo dell'agenzia
immobiliare che si occupava della vendita.
"Ehi! Il cancello è accostato" notò Rosalie "perché non diamo un'occhiata?"
"Si !" rispose Oscar.
"Non penso che possiamo entrare così. E se ci scoprono?" domandò Andrè.
"E noi faremo in modo che non accada" replicò Oscar scendendo da cavallo.
Legò Zar ad un albero imitata da Rosalie e Andrè.
Entrarono e si diressero verso l'edificio.
"Oh, che peccato! E' chiuso…." disse Rosalie.
"Non importa, vediamo il retro" propose Oscar.
Quello che vide le tolse il respiro!
Due file di cespugli di rose bianche costeggiavano un vialetto di ghiaia al
termine del quale si ergeva un arco fatto con gli stessi cespugli. L'arco era
l'ingresso ad un giardino coltivato interamente a rose: di modeste dimensioni ma
ben curato e nel quale erano presenti diverse qualità di rose, soprattutto
bianche. Ovunque cadesse lo sguardo era una gioia per gli occhi quel perfetto
accostamento di colori: bianco con rosa, bianco con azzurro, rosso con giallo,
rosso scarlatto con bianco. Al centro del giardino un cespuglio, più grosso di
quelli che delimitavano il vialetto di accesso, di rose di un rosso molto scuro,
quasi tendente al nero, risplendeva sotto i raggi del sole che si riflettevano
nelle mille goccioline di acqua che lo coprivano interamente.
Tutto il giardino era appena stato innaffiato e l'odore della terra bagnata si
mescolava a tratti col profumo delle rose.
"E' una meraviglia!" esclamò Oscar "Fortunato chi la può comprare!"
Rimasero parecchio tempo in quel giardino. Andrè osservava Oscar, che
'emozionata' per quello che vedeva, sembrava un bambino cui hanno dato un
giocattolo nuovo. In famiglia sapevano tutti quanto Oscar adorasse le rose
bianche. 'Sarebbe la tua casa ideale, amore mio. Mi piacerebbe essere io quel
fortunato di cui parlavi prima' pensava. Un altro pensiero ebbe il sopravvento:
'Ma potrei esserlo davvero! Stasera controllerò la mia situazione finanziaria e
per il momento è meglio che mi segni i dati dell'agenzia. Annotò tutto mentre le
ragazze erano di spalle, intente a slegare i loro cavalli.
Prima di andare a dormire, si era collegato al sito dell'agenzia ed era riuscito
a vedere alcune foto dell'interno della villa.
'Veramente splendido….Marmo anche all'interno….Il caminetto nel salone….Dovrò
verificare l'impianto di riscaldamento: non vorrei che fosse troppo freddo. Ah,
Oscar! Non sai quanto mi piacerebbe riuscire a comprarla…sarebbe il mio regalo
di nozze per te….'
Infine, mandò un'e-mail all'agenzia per chiedere un appuntamento.
'Non vedo l'ora che questo elicottero finalmente atterri! Ho bisogno di sapere
se mi hanno risposto!' pensò.
"Stiamo per iniziare la manovra di atterraggio, Monsieur" li informò il pilota.
"Meno male! Ancora un po' e diventavo matta!" disse Oscar.
Fu Armand a scendere per primo.
"Bonjour François, è tutto pronto per la riunione di oggi? Non fosse stato per
il cattivo tempo saremmo arrivati in orario" disse a Girodel con fare deciso.
"Oui, Monsieur" rispose François e gli porse i documenti con le ultime modifiche
alla scaletta del concerto apportate da Michael.
"Questo è arrivato stamattina. Ha cambiato ancora idea: ora è la parte centrale
che non gli va! Non so più cosa devo fare con lui!!"
"Tranquillo, François" ribatté Armand "Fammi leggere le sue note e poi vedremo.
Oscar? Che state aspettando a scendere?" terminò.
"On arrive….Uff! Dicevo…è di una noia mortale: modi affettati e una spiccata
propensione a fare il valletto" - stava descrivendo Girodel-
"Meglio andare ora. Oh! Andate avanti, ho lasciato il mio libro sul sedile".
Rosalie si incamminò seguita da Andrè.
"Uno, due….ora! Andrè, scusa, puoi venire un momento?" chiamò mentre Rosalie
stava scendendo ora dalla scaletta.
"Cosa…."ma non poté finire: Oscar lo stava abbracciando.
Le mise le mani sulla vita "Cos'è questo?"
"Ben arrivato a Parigi" Seguì un leggero bacio a fior di labbra.
Poi lo guidò verso l'uscita e scesero dall'elicottero, mano nella mano. Girodel
aspettava Oscar ai piedi della scaletta.
"Oscar, ma chère….tu est très jolie…" le disse tendendole la mano per prendere
la sua e baciarla come suo solito. Ma si fermò a mezz'aria. Oscar aveva entrambe
le mani impegnate: una teneva la sua borsa da viaggio, l'altra era intrecciata a
quella di Andrè.
"Ciao François, lui è Andrè Grandier. Andrè, François De Girodel"
Fece le presentazioni senza mai lasciare la mano di Andrè ne tantomeno poggiare
la sua borsa in terra, cosa che invece fece Andrè per salutarlo."Piacere di
conoscerti. Posso darti del tu, vero?"
Fu attirato da Armand che a grandi gesti li chiamava dall'interno della
limousine.
"Ehm…. Oscar, tuo padre ci sta chiamando: meglio muoversi."
"Si. Vieni François?"
Si incamminarono sempre mano nella mano, lasciando Girodel a guardarli.'Ah! E'
lui, il servo! Sul momento l'ho scambiato per uno dei tanti modelli che girano
per gli studi televisivi e che spesso posano con Oscar per i nostri servizi.
Sembra molto presa da lui….Cambierà presto idea: se gioco bene le mie carte col
padre, è fatta!"
Ma le sorprese spiacevoli per lui non erano finite.
Voleva sedersi accanto ad Oscar, ma la trovò tra Rosalie e Andrè. Poi Armand
cominciò a parlare: "Andrè, questa settimana il tuo compito sarà Oscar. Sarai il
suo body-guard nonché autista. Non vi muoverete da casa se non in auto; non
manca molto al concerto e là fuori è pieno di fans scatenati che farebbero di
tutto per avvicinarsi a Jackson e chiunque, volente o nolente, faccia parte di
tutto questo diventa il suo obiettivo per arrivare a lui. Conoscono bene me e la
mia famiglia e sanno che ho diretti contatti con lui.
Non voglio assolutamente che qualche esagitato faccia del male alla mia
bambina!" fece una pausa.
'Una bambina con un corpo da pin-up' pensò Girodel. Armand riprese
"Quindi la accompagnerai in palestra e andrai a riprenderla; niente uscite
serali -e tu non mi guardare con quell'espressione di rimprovero"
disse rivolto a Oscar"ma soprattutto non permettere a nessuno di avvicinarsi a
lei, paparazzi inclusi. Sarai responsabile della sua incolumità. Mi sono
spiegato?".
"Perfettamente Monsieur. Può stare tranquillo"
"Bene, sapevo di poter contare su di te. E ora veniamo a noi, François.
Che cosa ha modificato ancora Jackson?"
Mente Armand leggeva e chiedeva spiegazioni, Girodel guardava Oscar senza farsi
notare. 'E' allegra e la luce nei suoi occhi è diversa.
E' perché c'è lui vero?' pensò prima di tornare a parlare con Armand.
Continua...
Di Marco Manuela (mail to:
crystalj@libero.it )