IL CUORE E LA LUNA

Capitolo Terzo

 

L'atterraggio si concluse velocemente.
Oscar e suo padre trovarono la limousine ad attenderli a pochi metri dal punto di arrivo dell'elicottero. Ne discese François De Girodel, segretario di Armand.
Non appena Armand si avvicinò, De Girodel cominciò a snocciolare tutta una serie di appuntamenti ai quali avrebbero preso parte nel corso della giornata fermandosi giusto il tempo necessario per salutare Oscar che stava già salendo sulla limousine.
"Mia cara, come stai? Sei splendida come sempre" le disse baciandole la mano. Oscar non gradì, ma non lo diede a vedere.
"Oh! François….Grazie. Sei sempre molto gentile. Sto bene e tu?" rispose "Bene" e aggiunse "ora che ti ho vista…."
"Sarà meglio salire, non vorrei farti fare tardi, papa" disse Oscar liberando la sua mano dalla stretta di Girodel.
"Giusto. Dicevi François?" ribatté Armand.
La limousine si fermò davanti all'emittente televisiva di proprietà di Armand e lui e De Girodel ne discesero.
"Buona giornata Oscar" disse Armand alla figlia "Ci vediamo questa sera"
"Ciao papa, ciao François. Buona giornata anche a voi" salutò Oscar tirando su il finestrino mentre De Girodel le diceva "Au revoir ma cherie. Au bien tot".
Aveva già percorso quasi tutto l'atrio, ma cambiò idea: "Porta su tutto e avvisa che pranzerò fuori" disse all'autista.
"Bien mademoiselle, au revoir"
"Merci, Gerard. Au revoir"
Percorse il Pont D'Iena in direzione della Tour Eiffel.
Aveva deciso di fare una passeggiata e mangiare qualcosa in giro prima di andare in palestra.
"La prima lezione è all'una. Bene, ne approfitterò per girare un po' per la mia Parigi!"
Si accodò alla fila per acquistare il biglietto per salire sulla torre. Lo spettacolo di Parigi dall'alto la emozionava sempre.
Era partita da casa con la sensazione che le mancasse qualcosa, con addosso una strana malinconia che non riusciva a capire, ma ora sulla terrazza più alta della Tour Eiffel, mentre il vento giocava con i suoi capelli, le strane sensazioni provate fino a quel momento si dissolsero lasciandole una grande serenità e la giusta carica che le serviva per affrontare le sue lezioni.
'Sapevo che venire qui era una buona idea' pensò.
Si avvicinò ancora di più all'inferriata e godette di quella vista percorrendo tutto il perimetro della terrazza.
Mezz'ora dopo si trovava di nuovo tra il rumore del traffico e i passanti col loro via vai. Si fermò ad un chiosco, comprò della frutta e dell'acqua naturale e si diresse verso gli Champs de Mars dai quali si poteva ancora vedere la Tour Eiffel in tutto il suo splendore. Oscar prese posto all'ombra di un bellissimo salice piangente e improvvisò un pic-nic.
"Ho ancora tempo" disse guardando l'orologio. "Altri dieci minuti e si comincia"
Si appoggiò al tronco del salice e guardò in su, attraverso i rami.
Un'immagine attraversò la sua mente. Si rivide nella stessa posizione, ma si trovava nel parco della villa sul mare e non era sola. Di fianco a lei c'era Andrè che stava leggendo un libro. Ad un tratto aveva cambiato posizione appoggiando la testa tra la spalla e il petto di Andrè.
"Ehi Oscar….che fai?"
"In questo modo posso guardare il cielo tra le fronde dell'albero più comodamente"
"Mi hai preso per il tuo cuscino allora?"
"Ma no….è che così sento meglio la tua voce e non perdo il filo della storia. E poi sento il battito del tuo cuore. E' un suono così bello" e cominciò ad imitarlo "Tum tum….tum tum…tum tum…Oh! Che strano….Ora batte molto più velocemente" disse alzando il viso verso di lui.
"Ehi, sei ancora tra noi, Oscar?"
Il viso di Andrè svanì lasciando il posto al visetto sorridente di Rosalie.
"Rosalie…."
"Dovevi vedere la tua espressione! Scommetto che so a chi stavi pensando!"
"Davvero? E a chi fammi sentire…."
"Ad un certo signor Jackson, ovviamente!"
"Certo….a Michael…."disse Oscar ridendo piano. "Come mai sei qui?"
"Stavo facendo un giro. Se devo venire ai Champs de Mars, preferisco l'ora di pranzo: c'è meno gente. E tu?"
"Aspettavo di andare in palestra; all'una comincio."
"Bè, non ti rimane molto"disse Rosalie guardando l'orologio "Ti accompagno. Poi io faccio un altro giro: ho delle commissioni da fare. Ci vediamo alla lezione di step delle 16" propose.
"Ok. Allora andiamo. Non ti ho nemmeno salutato." L'abbracciò e baciò chiedendole "Come stai? Tutto bene?"
Rosalie l'abbracciò e baciò a sua volta "Benone" poi "Vieni, voglio farti vedere i miei nuovi disegni".
Si incamminarono verso la fermata della metropolitana. Salirono sul treno, fortunatamente quasi vuoto, data l'ora, e presero posto vicino all'uscita.
"No! Non ci posso credere! E questo quando l'hai fatto?" chiese Oscar visibilmente emozionata. Tra le mani un disegno a matita raffigurante Michael durante le riprese del video di 'Stranger in Moscow'.
"Lo stesso sguardo. I capelli bagnati, le ciocche sul viso….E' splendido!" commentò Oscar.
"Chi? Lui o il disegno?"
"Tutti e due! Davvero, Rosalie, parlo sul serio. E' proprio bello. Sembra una fotografia. E' così realistico!"
"Grazie" disse Rosalie abbassando lo sguardo un po' in imbarazzo. "L'ho cominciato sabato e l'ho finito domenica. Avrò visto quel making un'infinità di volte. Non ti dico i fermo-immagine. Ho davvero rischiato l'infarto!! Poi mi è venuta una voglia irrefrenabile di disegnare e questo è il risultato. Ehi! E' la tua fermata".
"Uh! Devo andare!" Oscar baciò Rosalie. "A dopo!"
"Ciao" le disse Rosalie dall'interno del treno.
Rosalie La Molière era la migliore amica di Oscar. Si erano conosciute in palestra. Rosalie frequentava regolarmente le sue lezioni, al termine delle quali si fermava sempre a scambiare due parole finché, piano pia- no, avevano scoperto di avere diverse cose in comune e avevano preso l'abitudine di fermarsi a bere qualcosa al bar della palestra al termine dell'orario di Oscar.
Rosalie era di qualche anno più giovane, studiava all'accademia di Belle Arti ed era la migliore del suo corso.
I migliori tra i suoi lavori erano esposti in maniera permanente nella biblioteca dell'università e aveva sempre ottenuto il primo posto nei vari concorsi indetti alla fine di ogni anno accademico.
Sognava di diventare una famosa pittrice e, nell'immediato, di poter tenere una piccola personale di tutti i suoi migliori disegni.
Preferiva dipingere paesaggi e monumenti ma era piuttosto brava anche nei ritratti: riusciva sempre a cogliere quella particolare luce negli occhi di chi sedeva in posa di fronte a lei. Ne risultava un lavoro così perfetto e realistico che sembrava di trovarsi di fronte davvero la persona ritratta.
"Almeno, se mi va male, posso sempre tirar su qualche soldo facendo il ritratto ai turisti sotto la Tour Eiffel!" scherzava.

 

Capitolo Quarto


Contrariamente a quanto aveva pensato, la settimana era corsa via abbastanza velocemente.
Durante le ore vuote, Oscar si era vista con Rosalie e insieme ave-vano fatto lunghe passeggiate sugli Champs Elysèes e lungo la Senna e visitato musei e monumenti. Passarono parecchio tempo nelle librerie cercando un titolo che le attirasse o semplicemente curiosando tra i libri, sfogliandone talvolta qualcuno.
In accordo con gli impegni del padre riuscì anche a pranzare con lui e durante una sua pausa più lunga del solito lo portò nella brasserie dove era solita fermarsi con Rosalie dopo i loro giri.
Erano appunto sedute al loro solito tavolino, bevendo del tè freddo, quando Oscar disse "Ho una proposta da farti."
"Dimmi"
"Vorrei invitarti per il week-end a casa mia sul mare, a St. Malo. Noi domani sera rientriamo. Lunedì saresti di ritorno a Parigi. Potremmo andare a cavallo, fare delle gite" terminò Oscar.
"Oh Saint Malo! Ne ho sentito parlare. Non l'ho mai vista. Ok, accetto"
disse Rosalie "Domani sono libera tutto il giorno, come rimaniamo d'accordo?"
"Pranziamo con mio padre. Giriamo ancora per negozi e partiamo verso le sei. Che ne dici?"
"Che è ok. All'una davanti all'emittente televisiva?"
"Perfetto. A domani."
"Ciao Oscar"
Entrarono insieme nella stazione della metropolitana ma presero direzioni diverse. Quando arrivò il treno di Rosalie si salutarono ognuna dalla propria banchina.
Qualche minuto dopo arrivò il treno che avrebbe portato Oscar verso casa. Cenarono poco dopo il rientro di Armand.
A tavola, come loro abitudine, si raccontarono come avevano trascorso la giornata, ma quella sera il comportamento di Armand risultò strano a Oscar. Lo sorprese più di una volta con un sorriso compiaciuto sul volto e annuire in segno di approvazione. Tutte le domande che gli rivolgeva venivano però liquidate con uno sbrigativo "Non è nulla, Oscar".
Al termine della cena si portarono nel salone per guardare il telegiornale:la notizia che diedero quasi al termine dell'edizione serale per poco non faceva cadere Oscar dal divano.
Davano per certa la presenza del Re del Pop, Michael Jackson, a Parigi.
Da fonti vicine alla pop star, risultava che Jackson fosse a Parigi già da qualche giorno per concludere le trattative di un contratto che prevedeva la trasmissione in televisione per l'Europa, e nel dettaglio per la Francia, di uno speciale sul cantante. Si trattava dell'adattamento per la televisione del Michael Jackson Unplugged Tour 2002: un tour di più modeste dimensioni con poche date, che Jackson avrebbe tenuto nei maggiori teatri francesi e che prevedeva la performance acustica dei suoi brani più celebri.
Una novità per i fan di Jackson che potevano ammirarlo in un teatro anziché in uno stadio e l'occasione, grazie ad uno speciale accordo con la Sony Music, riguardante lo sfruttamento dei diritti di trasmissione, di poter ascoltare alcuni brani tratti dal tanto maltrattato ultimo disco, Invincible.
Jackson aveva voluto seguire personalmente le fasi conclusive della stipula del contratto per l'adattamento televisivo e degli accordi con i tea-tri francesi e, motivando la sua scelta di iniziare il tour dalla capitale con l'adorazione che nutriva per la città, aveva aggiunto "La Francia e in particolare Parigi mi sono molto care per il calore e il supporto che, dai fan soprattutto, mi viene dimostrato in ogni momento. Apprezzo molto quello che fate per me e non vi ringrazierò mai abbastanza.
Merci beaucoup. Je vous aime" terminando il suo intervento in francese. Oscar seguiva incredula il notiziario, mormorando tra sé un "Non è possibile!" e un "Non ci credo!" intervallando l'uno all'altro.
Ma il meglio doveva ancora arrivare.
Il giornalista concluse rivelando il nome dell'emittente televisiva che si era aggiudicata il contratto. Oscar balzò in piedi come se l'avesse morsa una tarantola: sul video campeggiava il simbolo dell'emittente televisiva di proprietà del padre. Nei fotogrammi successivi si vedevano Jackson e suo padre immortalati durante l'incontro per la firma del contratto avvenuta il giorno prima, sotto il più stretto riserbo, negli uffici dell'emittente.
Oscar ora guardava suo padre, che esibiva il più smagliante dei sorrisi. "E non mi hai detto niente!! Lo sapevi chissà da quanto e non ne hai mai fatto parola!! Ecco perché ieri sei rincasato così tardi! Papa!!" gli disse con un tono a metà tra l'incredulo e l'offeso.
"Non potevo: Jacskon ha voluto muoversi sotto il più stretto riserbo.
Niente è stato rivelato prima di stasera. La foto della firma del contratto nei nostri uffici è stata scattata dal nostro direttore della fotografia e i negativi sono in custodia presso i nostri archivi. Le altre foto e il calendario del tour verranno diffusi da domani in avanti nel corso dei nostri notiziari. E non è tutto…." disse Armand facendo una pausa.
Oscar aspettava che il padre riprendesse il discorso guardandolo con aria interrogativa.
Armand la fece attendere ancora qualche momento poi " Abbiamo i posti in prima fila per la serata d'apertura che si terrà all'Opera Garnier la settimana prossima, venerdì per la precisione-sai non lo sa ancora nessuno-ho l'opzione per avere degli ottimi posti riservati per tutte le date, pass grazie ai quali si può accedere al backstage e che valgono per
tutta la durata del tour, nonché gli inviti per le feste del dopo concerto.
Tu esclusa posso farne preparare per altre due persone, ma devi dirmi subito i nomi, perché sono nominativi, così li comunico domani" concluse Armand.
Oscar non credeva alle proprie orecchie. Continuava a fissare suo padre con occhi sgranati.
"Bè….Rosalie La Moliere e Andrè Grandier" gli disse senza pensarci troppo. Armand le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Oh papa….fammi questo favore….Lascia che venga anche lui. E' un avvenimento al quale vorrei partecipassero tutte le persone a me più care per poterlo condividere con loro. Sono sicura che Andrè farà in modo che non interferisca col suo lavoro. E' un evento importante ed è più bello festeggiarlo con tutte le persone più vicine alla nostra famiglia.
Andrè è come un fratello per me, siamo cresciuti insieme, non può mancare….Ti prego…."
Armand rivolse il suo sguardo altrove come a pensarci sopra.
"E' molto bello quello che hai detto" le disse infine "Va bene, potrà venire anche Andrè. Contenta?"
Oscar lo abbracciò: "Merci, papa, merci. Sono felice che tu abbia capito" e lo baciò.




Continua...

Di Marco Manuela (mail to: crystalj@libero.it )