QUANDO UNA BUGIA PUÒ CAMBIARE IL DESTINO
Parte Prima
Che cosa accadrebbe se il Generale Jarjayes, non
fosse il vero padre di Oscar? Che cosa sarebbe cambiato? La storia, avrebbe
avuto un epilogo diverso?
Scopriamolo insieme. BUONA LETTURA!!
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Erano giorni che Oscar pensava alla piccola Charlotte de Polignac… appena 11
anni e già le avevano trovato marito: il Duca de Guiche un uomo di 40 anni molto
potente a corte.
Lei aveva visto quella bambina disperarsi… non voleva sposarsi; era ancora
troppo giovane. Ma a sua madre, ciò non importava. A lei importavano solo le
ricchezze del Duca e la felicità di sua figlia, passava in secondo piano.
Oscar stava pensando di essere stata fortunata: suo padre, la aveva allevato
come un maschio perché potesse succedergli alla carica di generale, per cui ne
suo padre, ne sua madre, si erano dati da fare per trovarle marito… ma si
ritrovò a pensare come sarebbe stata la sua vita se fosse stata allevata come un
femmina; certo, sarebbe stata noiosa, ma… avrebbe potuto assaporare quelle
piccole cose che fanno felici le donne: gioielli, bei vestiti e poi… dei
bambini.
Quelle piccole creature indifese… quanto le sarebbe piaciuto avere dei bambini.
Adorava soprattutto i figli delle sue sorelle, infatti quando non c'erano ne il
padre ne le sorelle, si divertiva moltissimo a giocare con loro…..
Qualcuno bussò alla porta e dovette abbandonare le sue fantasticherie.
Era la governante che le portò un messaggio della Regina, la quale le chiedeva
di andare a Versailles.
La regina, era a conoscenza che tra la Contessa de Polignac ed Oscar, c'era
l'odio, per cui le convocò: non voleva che le sue più care amiche si odiassero.
Per far piacere alla Regina, entrambe cercarono di andare d'accordo l'una con
l'altra.
La Contessa de Polignac, la invitò alla festa di fidanzamento della figlia ed
oscar accettò molto volentieri l'invito.
A quella festa, erano presenti i nobili più in vista di corte. Anche i genitori
di Oscar erano venuti. Il Duca, conversava con la sua futura suocera. L'unica a
mancare era Charlotte. Si offrì il Duca di andarla a chiamare….5…10…15 minuti e
nessuno dei due era sceso.
Oscar, sentì odore di guai e corse in camera della contessina.
Delle voci, la fecero bloccare davanti alla porta: "Lasciatemi… lasciatemi vi ho
detto."
"Su, voglio solo baciarvi la mano." Poi sentì il rumore di qualcosa che si
strappava e la contessina in lacrime.
Lei entrò: "Signor Duca - e osservò la piccola - non mi sembra questo il modo di
trattare una bambina. Ora uscite di qui. Madamigella Charlotte, verrà giù con
me."
Il Duca, fece qualche passo in avanti, ma non uscì… si fermò davanti ad Oscar;
non era arrabbiato, anzi la guardava in un modo in cui nessuno mai la aveva
guardata: uno sguardo carico di nostalgia e affetto allo stesso tempo…
Non riuscì a prevederlo e si ritrovò avvolta dalle sue braccia… un abbraccio che
voleva proteggerla dal mondo intero… poi le accarezzò una guancia e le impresse
un bacio sulla fronte.
Charlotte, ne approfittò per uscire dalla stanza e si diresse in sala.
"Madre, credo che quell'uomo non dovrebbe diventare mio marito sai… io credo che
non mi sarà mai fedele."
"Come puoi dire una cosa simile, Charlotte?" e schiaffeggiò la figlia.
Intanto in quella stanza, si era fatta un'atmosfera pesante. Oscar non sapeva
che fare… il Duca, la aveva obbligata a sedersi sul letto ed ora la stava
coccolando con affetto.
"Duca, che volete da me? Che volete farmi?"
"Pensate che potrei fare del male a mia figlia?"
Quelle parole 'mia figlia' le fecero crollare il mondo addosso e si sottrò
all'abbraccio.
"Che cosa significano queste parole?"
"Significano che IO sono il tuo vero padre… oh, bambina mia, quanto mi sei
mancata!"
"No…NO!! - urlò. Non poteva essere vero… non doveva esserlo - mi state
mentendo!!!"
"Affatto… ora vienei… chiediamolo a tua madre."
Le prese il braccio e la trascinò nella sala. Nessuno dei presenti ci capiva
niente: il Duca, teneva per mano Oscar, la quale era in lacrime e continuava a
farfugliare: "NO… No… non è vero!"
Il Generale, intervenne prontamente: "Lasciate stare mia figlia. ORA!!"
"Forse vi riferite a MIA FIGLIA!!"
Le ultime due parole le urlò perché tutti potessero udirle: rimasero tutti a
bocca aperta; il generale, si voltò verso sua moglie per chiedere spiegazioni,
la il suo sguardo gli bastò come risposta.
"Spiegatemi, Duca."
"Certo… è accaduto un pomeriggio di fine aprile. Vostra moglie era andata a
Notre Dame. Per una coincidenza anche io mi trovavo lì e la sentii pregare le
vergine Maria perché donasse a lei e al marito un figlio maschio.
Io mi avvicinai a lei per un semplice saluto, ma lei venne a piangermi addosso.
Io la lasciai sfogarsi, poi la invitai a bere una tazza di thè e mi raccontò
cosa l'affliggeva: mi disse che erano mesi che voi non la guardavate neppure
dopo che aveva dato alla luce un'altra femmina… la quinta per esattezza. Poi
volle ordinare della birra… ne bevve cinque boccali e mi saltò addosso. Due mesi
dopo, mi disse di essere incinta. Io la convinsi a non dirlo a nessuno e di fare
l'amore con suo marito così che potesse credere che il figlio fosse suo… ma
nacque una bambina e siccome è MIA, ora ME LA RIPRENDO!!"
"Louise, è vero? RISPONDI!!"
"Veramente, non lo so neanche io e voi, duca vi dovreste vergognare, avete
alterato quello che accadde veramente… infatti io, per maggior sicurezza, lo
feci la sera stessa con mio marito, per cui, non è detto che siate voi, Duca il
suoi vero padre!"
"E allora, se voi siete d'accordo, Duca, per stabilire di chi è la paternità,
faremo delle analisi."
"Certo, mi avete tolto le parole di bocca!"
La mattina dopo, si recarono tutti e tre da un dottore. Per prima cosa chiese se
uno dei due aveva qualche segno particolare sul corpo (voglie o altro). Li fece
spogliare: Il Generale Jarjayes, aveva qualche neo, ma non bastavano per capire
se era il padre; il Duca, invece, aveva una voglia sul sedere.
Il dottore, fece spogliare subito Oscar. Davanti ai possibili padri… non le
piaceva, si sentiva violata.
"Madamigella, pere cortesia, non si copra. Devo vedere."
La fece girare di spalle… niente… poi guardò meglio davanti tenendole le mani
bloccate dietro la schiena per evitare che si coprisse ancora. Aveva una voglia
sotto l'ombelico identica a quella del Duca.
Il Generale, uscì dalla stanza.
"Aspettate Padre!!- ma non la ascolta e cammina- Generale, vi prego, NON
ANDATEVENE!!!! Io voglio siate voi mio padre!!!" il Duca la afferrò pere evitare
che uscisse.
Ci pensò il medico a farlo rientrare: "Generale, un momento, non è detto che non
sia vostra figlia. Quella voglia, può essere una coincidenza." Rientrò. Il
medico, propose a entrambi di esaminare il sangue.
Segnò i barattoli contenenti i campioni con le lettere ABC: C, era il campione
di Oscar, A e B, invece del generale e del Duca, ma non si capì quale aveva A e
quale B. questo era per evitare che uno dei tre, pensasse di scambiarli.
Fu Oscar, quella sera ad entrare nello studio del medico. Vide una luce accesa e
dei fogli sul tavolo: i risultati delle analisi; il suo vero padre, era
contrassegnato dalla lettera B, ma non c'era scritto il nome.
"Madamigella! Che ci fate qui?"
Era stata scoperta!
"Dottore, chiedo scusa, ma questa storia… io volevo sapere."
"Lo saprete domani mattina quando vi arriveranno le risposte. Ora tornate a
casa."
Non chiuse occhio tutta la notte. Arrivata l'ora di colazione, scese in sala da
pranzo. Suo padre, aveva in mano la risposte delle analisi.
Gli andò vicino… sguardo speranzoso e affettuoso… posò la mano su quella del
padre, ma questo la ritrasse.
"Madamigella de Guiche, mi rincresce di non poter fare colazione con voi…- poi
si rivolse alla governante- prepara a Madamigella de Guiche i bgagli… suo padre
sarà qui tra breve."
Oscar cadde a terra… in ginocchio sul pavimento e pianse. Sua madre, Andrè e la
nonna, le andarono vicino a consolarla.
"Figlia mia, mi dispiace. Avrei dovuto morire quella sera piuttosto che farti
nascere come una Guiche".
Come previsto, il Duca venne personalmente a prenderla. Oscar, indossava un
abito femminile non molto ampio di colore blu. Sua madre, le aveva acconciato i
capelli: raccolti davanti e dietro cadevano a boccoli.
Tutta la servitù era schierata a salutarla… Andrè osò di più abbracciandola e
dandole un bacio sulla guancia. Oscar lo lasciò fare e lo baciò a sua volta.
L'unico non presente, era il Generale, ma non voleva essere disturbato.
Così Oscar partì per la sua nuova casa.
Suo padre le diede una stanza bellissima: le pareti erano rosa, così come le
tende e le lenzuola del letto.
Ci aveva fatto mettere anche un pianoforte. I suoi armadi, erano pieni di
magnifici abito alla moda e la pregò perché ne indossasse uno.
Continua
Deborah M. (mail to:
deborahmass@virgilio.it )