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Veduta della
successione di saloni del Grande Appartamento del Re. |
IL GRANDE APPARTAMENTO DEL RE
Il Grande
Appartamento è costituito attualmente da sette saloni che si affacciano
sui giardini a nord con ampie finestre che vanno dal pavimento al
soffitto, una novità all'epoca della sua creazione negli anni 1670.
Questa prestigiosa successione di saloni, che rispettava la
distribuzione abituale degli appartamenti principeschi (anticamere, sala
delle guardie, anticamera, camera, grande gabinetto), corrispondeva
all'appartamento di parata, destinato ad accogliere gli atti ufficiali
del sovrano. Fu quindi decorato con estrema ricchezza e secondo il
modello dei palazzi italiani dell'epoca. Il primo pittore, Charles Le
Brun, direttore dell'Accademia di Pittura e Scultura e direttore della
Manifattura di Mobili della Corona, eseguì tutti i disegni per i
soffitti, per i preziosi pannelli di marmo, per il mobilio... ed anche
per le serrature. Ma presto Luigi XIV prese l'abitudine di compiere il
suo "mestiere di re" nell'appartamento interno, quello che si affaccia
sul Cortile di Marmo. Questo grande appartamento divenne allora un luogo
di passaggio e di ricevimento. Durante la giornata era aperto a tutti
colore che, francesi o stranieri, volevano vedere il re quando lo
attraversava per recarsi alla capella o ammirarvi i più bei quadri delle
collezioni reali. Ma tre sere a settimana, da Ognissanti a Pasqua, era
riservato alla Corte. Dalle 7 alle 10 di sera, queste serate "di
appartamento" erano animate da spuntini, musica e danza.
IL SALONE DI ERCOLE
Primo salone del
Grande appartamento del Re, il salone di Ercole è stato in realtà creato
per ultimo, alla fine del regno di Luigi XIV. Occupato dal 1682 da una
cappella a due piani, fino alla costruzione dell'attuale cappella nel
1710, fu decorato nel 1712 con il monumentale quadro del Veronese,
Cena in casa di Simone,
dipinto per il refettorio del convento dei Serviti a Venezia verso il
1570. Nel 1664 il Doge lo aveva regalato a Luigi XIV per ottenere il suo
appoggio contro i Turchi. I lavori per il salone, alla morte del Re
Sole, durarono fino al 1736 quando François Lemoine finì di dipingere la
volta raffigurante L'Apoteosi di
Ercole, in cui voleva dimostrare
che "la Virtù eleva l'uomo al di sopra di se stesso". Questa ampia
composizione allegorica, in cui sono rappresentati 142 personaggi,
voleva rivaleggiare con icapolavori degli affreschisti italiani, ma è
stata realizzata su tele incollate al supporto. Fu un lavoro talmente
spossante che il giovane pittore, nonostante il successo riscontrato, si
suicidò poco tempo dopo.
IL SALONE
DELL'ABBONDANZA
Durante le serate "di appartamento", il salone dell'Abbondanza era il
luogo dei rinfreschi; un buffet proponeva caffè, vini e liquori. Era
anche l'anticamera del Gabinetto delle Curiosità o degli Oggetti Rari di
Luigi XIV (occupato ora dal salone dei Giochi di Luigi XIV), a cui si
accedeva dalla porta in fondo. Il re amava mostrare ai suoi ospiti più
noti i vasi di oreficeria, le gemme e le medaglie che vi erano
conservate e che hanno ispirato il decoro della volta, su cui si vede in
particlare la grande navicella reale rappresentata al di sopra della
porta. La navicella del re, un oggetto prezioso a forma di nave senza
albero, era posata sul tavolo del monarca per le grandi occasioni oppure
sul buffet. Simbolo di potere, che tutti dovevano salutare al passaggio,
conteneva il tovagliolo del monarca.
IL SALONE DI VENERE
Questo salone e il salone di Diana
costituivano il principale accesso al Grande Appartamento, graze alla
grande scala detta "scala degli Ambasciatori" (distrutta nel 1752).
Venivano anche chiamati anticamere di marmo. Durante le serate di
appartamento, vi venivano imbandite tavole dei rinfreschi, ricoperte di
cesti di fiori, piramidi di frutta fresca e rara come le arance e i
limoni, di frutta candita e di marzapane. come tutte le stanze
successive, questo salone trae il nome da un pianeta, un tema legato al
mito solare che ispirò tutta la decorazione di Versailles negli anni
1670. Qui il pianeta Venere è rappresentato sul soffitto con le
sembianze della dea dell'Amore, che nell'antichità greca era associata a
questo pianeta. Le altre composizioni dipinte, che ornano gli intradossi
della volta, rappresentavano vicende di eroi antichi legate sia al
pianeta del luogo che alle azioni di Luigi XIV: l'intradosso di Augusto
che presiede i giochi al circo, ad esempio, è un allusione al celebre
carosello del 1662 organizzato in onore della regina, mentre quello
delle Nozze di Alessandro e Rossane evoca le nozze di Luigi XIV. In
questa successione di saloni, il più barocco è quello di Venere. É
l'unico in cui Le Brun ha fatto dialogare architettura, scultura e
pittura, a volte reale e a volte finta: i pilastri e le colnne di marmo
sono ripresi nell prospettive dipinte da Jacques Rousseau e due statue
in trompe d'œil accanto alle finestre rispondono alla figura di
Luigi XIV, scolpita da Jean Warin.
IL SALONE DI DIANA
Come il salone di Venere, quello di Diana
serviva da vestibolo al Grande Appartamento e, ai tempi di Luigi XIV,
durante le "sere di appartamento", da stanza da biliardo. Due pedane
erano riservate alle dame che desideravano assistere a questo gioco, in
cui il Re eccelleva, per cui il salone fu anche chiamato "camera degli
applausi". Nell'antichità greca, la dea della caccia Diana era associata
alla luna per la sua freddezza. Era inoltre la sorella di Apollo, il dio
del Sole. Gli intradossi sono ornati con scene di caccia di eroi
dell'Antichità. L'allusione è qui molto esplicita, in quanto tutti sanno
che Luigi XIV era un grande cacciatore.
La parte centrale
del soffitto, eseguita da Gabriel Blanchard, rappresenta
Diana che presiede alla navigazione e alla
caccia. Sopra il camino si trova
il dipinto di Charles de La Fosse che rappresenta
Il sacrificio di Ifigenia
e di fronte, sopra la mensola,
Diana ed Endimione di Gabriel
Blanchard. I busti antichi vengono dalle collezione di Mazarino offerte
a Luigi XIV.
IL SALONE DI MARTE
Marte è un pianeta
ma è anche il dio della Guerra. La scelta di questo tema militare che
ispirò tutta la decorazione del salone è dovuta al fatto che questa
grande stanza era adibitainizialmente a sala delle guardie per
l'appartamento di parata. Fu poi destinata, durante le "sere di
appartamento", alla musica e alla danza, e chiamata quindi "sala da
ballo". I balletti a corte erano sottoposti a numerose regole e
richiedevano quindi molte ripetizioni; i principi vi partecipavano,
mescolandosi a volte ai ballerini professionisti. Sui due lati del
camino, due tribune, installate nel 1684 e soppresse nel 1750, erano
destinate ai musici. Al centro del soffitto, Claude Audran ha dipinto
Marte su un carro tirato dai lupi.
L'opera è incorniciata da due composizioni: una ad est, dipinta da
Jouvenet, La Vittoria sostenuta da
Ercole seguita dall'Abbondanza e dalla Felicità;
l'altra ad ovest, dipinta da Houasse,
Il Terrore, il Furore e lo Spavento che si
impossessano delle potenze della terra.
Quattro quadri di Simon Vouet, provenienti dal castello di Saint
Germain-en-Laye, sono situati sopra la porta:
La Temperanza, la Prudenza, la Giustizia e la
Forza. Il
David che suona l'arpa,
del Domenichino, il quadro preferito di Luigi XIV, posto sopra il
camino, si trovava ai tempi di Luigi XIV nell'alcova della camera del
Re, e faceva da "pendant" ad un San
Giovanni a Patmos di Innocenzo da
Imola, attribuito allora a Raffaello.
A sinistra del
camino si piò amminare La famiglia
di Dario ai piedi di Alessandro,
opera di Charles Le Brun, e a destra
I Pellegrini di Emmaus,
ispirato al Veronese (si trattava un tempo dell'originale): la loro
posizione rivela la volontà di mostrare che ormai i pittori francesi
possono rivaleggiare con i più grandi maestri italiani.
Luigi XIV
e Maria
Leszcinska, entrambi dipinti da
Carle Van Loo.
IL SALONE DI MERCURIO
Chiamato anche
"camera da letto", il salone di Mercurio era inizialmente la camera da
parata del Grande Appartamento, anche se il letto fu
poi tolto d'inverno
per lasciare spazio ai tavoli da gioco. Fino al 1689, anno in cui Luigi
XIV dovette decidersi a farlo fondere per finanziare la guerra della
Lega di Augsburg, dei tavoli, specchi, alari e lampadari d'argento
massiccio magnificamente cesellati dagli orefici dei Gobelins ornavano i
pavimenti, i muri, i soffitti e il camino. Una balaustra, anch'essa
d'argento, separava l'alcova dal resto della stanza. Dei broccati
(stoffe tessute con fili d'oro e d'argento) rivestivano le pareti e il
letto, ma furono anch'essi inviati alle Monnaie per sostenere questa
volta la guerra di Successione spagnola. Una delle rare volte in cui il
salone di Mercurio fu adibito a camera da letto fu quando il duca di
Angiò, nipote di Luigi XIV, fu proclamato Re di Spagna: il giovane
principe vi dormì per tre settimane, prima di recarsi nel suo nuovo
paese. Fu anche in questa stanza che dal 1 al 10 settembre 1715 fu
esposta la spoglia mortale di Luigi XIV. Il soffitto dipinto da
Jean-Baptiste de Champaigne rappresenta
Mercurio sul suo carro tirato da due galli.
Gli intradossi sono decorati con
quattro dipinti: a sinistra, verso il salone di Marte
Alessandro che accoglie un'ambasciata
d'Indiani; in fondo, di fronte
alle finestre: Tolomeo che si
intrattiene con dei sapienti nella sua biblioteca;
a destra, verso le finestre:
Alessandro ed Aristotele che
riceve dal principe vari animali stranieri di cui scrive la storia. Il
letto che si vede attualmente è quello che Luigi Filippo fece sistemare
nella camera del Re quando Versailles fu trasformata in un museo. Solo
il celebre orologio a pendolo con automi offerto da suo creatore Antoine
Morand a Luigi XIV nel 1706, ha ritrovato il posto che occupava fino
alla Rivoluzione.
IL SALONE DI APOLLO
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Trono |
Veduta generale del soffitto di Apollo
con, al centro, il dipinto di Charles de La Fosse
Apollo sul suo carro trainato da
quattro cavalli e accompagnato dalle Stagioni |
Il Salone di Apolllo, dedicato al dio del
Sole, delle Arti e della Pace a cui Luigi XIV si identificava, era il
più sfarzoso di tutti. Ciò è visibile tuttora nella decorazione del
soffitto,dove tutti i dipinti (composizione centrale, intradossi e
angoli) sono decorati e tutte le sculture sono a sbalzi ed interamente
dorate. Ma tutto il resto è sparito: il mobilio d'argento e, in
particolare, il trono alto 2,60 metri, furono fusi nel 1689. Una
poltrona in legno dorato, il cui stile cambiava a seconda dei regni,
sostituì il trono di Luigi XIV. Questa poltrona si trovava su un palco
ricoperto da un tappeto persian con sfondo d'oro e sotto un baldacchino.
Le tappezzerie che, come in tutte le dimore reali, cambiavano in
funzione delle stagioni, erano di velluto cremisi, ornate con diciotto
strisce di ricami d'oro e d'argento in inverno e di ricami d'oro e
d'argento su sfondo si seta d'estate.
Sul soffitto, l'Apollo
sul suo carro trainato da quattro cavalli e accompagnato dalle Stagioni
è stato dipinto da Charles de La
Fosse. Il celebre ritratto di Luigi XIV dipinto da Hyacinthe Rigaud fa
da "pendant" a quello di Luigi XIV dipinto da Antoine-François Callet.
QUESTA SERA SI GIOCA A VERSAILLES - LE SERATE
DI APPARTAMENTO
Antoine Trouvain, Primo Appartamento, Jeu
de portique (particolare).
Già nel 1676 Madame de Sévigné evoca i
meravigliosi divertimenti al castello di Versailles, ma è la
ristrutturazione del Grande Appartaneto del Re nel 1682 che
istituzionalizza le "serate di appartamento" e conferisce loro un lustro
impareggiabile. Si tratta di ricevimenti offerti dal re generalmente tre
volte a settimana, da Ognissanti a Pasqua fiorita, ad una corte
ristretta. Questi divertimenti sono un momento privilegiato per il
sovrano e i suoi sudditi che, dimenticando per un attimo l'etichetta,
sono in comunione, come lo afferma il giornale
Le Mercure galant:
"vi è un'intera libertà di parola e ci si
rivolge agli uni o agli altri secondo l'interesse per l'argomento di
conversazione. (...) Il Re, la Regina e tutta la Casa Reale scendono dal
loro piedistallo per giocare con i membri dell'Assemblea che non hanno
mai avuto un tale onore". Queste serate si svolgono nello spazio
compreso tra la galleria e il salone dell'Abbondanza. Ogni stanza ha una
precisa funzione. In dicembre 1682, ad esempio, il salone di Apollo è
dedicato alla danza, il salone di Mercurio al gioco del re, della regina
e della famiglia reale, mentre il salone di Marte accoglie gli altri
giocatori. Il salone di Diana è riservato al biliardo. Più in là, il
salone di Venere accoglie lo spuntino, composto da frutta fresca,
limoni, arance, gelatine e marmellate di ogni sorta. Infine, il salone
dell'Abbondanza accoglie i buffet: uno per le bevande calde (caffé e
cioccolato), gli altri due per i liquori, i sorbetti, gli sciroppi di
vari tipi di frutta e il vino.
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