I GIARDINI

A sistemare il parco di Versailles fu l'architetto André Le Notre (1613-1700), il creatore del giardino "alla francese", che aveva già egregiamente realizzato a Vaux-le-Vicomte. La caratteristica principale del giardino "alla francese" stava in un'accentuata componente panoramica e paesaggistica che non era presente nel giardino "all'italiana", dal quale peraltro lo stile francese dipendeva per l'armonia e l'invenzione dei vari allestimenti. Nei progetti di Le Notre era fondamentale l'individuazione di un punto di vista privilegiato dal quale fosse possibile con lo sguardo abbracciare l'intera struttura. Si trattava quasi sempre di una piattaforma o di uno slargo da cui parte un asse centrare, lateralmente suddiviso in riquadri, che si sviluppava lunga una linea ininterrotta, orlata dal profilo dei boschi, sullo sfondo di un orizzonte aperto. A Versailles il punto di vista privilegiato fu individuato dal Le Notre nell'avamposto centrare della facciata posteriore del castello. A partire dall'antistante piattaforma, egli delineò due assi: uno, più corto, nord-sud, parallelo alla facciata, delimitato dal Bacino di Nettuno e dal laghetto degli Svizzeri; l'altro, quello centrale, est-ovest, perpendicolare alla facciata medesima, che dai parterre d'acqua arrivava fino all'estremità del canale artificiale, scavato tra il 1667 e il 1680. Lungo questo asse lo sguardo incontrava il Bacino di Latona, il Tappeto verde o viale reale, il Bacino d'Apollo, il Gran Canale e, infine, l'orizzonte. La suggestione del giardino di Versailles - ma per la complessità della struttura più opportunamente si dovrebbe parlare di giardini - stava, appunto, qui: nel dominio di uno spazio al quale la prospettiva di fuga attribuiva una profondità illimitata creando una grande illusione scenica.
Sui lati dell'asse centrale, viali regolari delineavano i recinti quadrati che ospitavano parterre fioriti, rondò, piccoli padiglioni, fontane e boschetti, tra i quali andrà ricordato quello detto delle Rocailles, ornato da cascate d'acqua, dove era stata predisposta un'arena per gli spettacoli all'aperto. Molte erano anche le grandi vasche, chiamate bassins, al centro delle quali erano state disposte composizioni bronzee o in piombo colorato. Rimasero famosi il Bacino di Latona, secondo la mitologia greca madre di Apollo e di Diana, i Bacini intitolati alle quattro stagioni e il Bacino di Apollo, il dio che era il simbolo del Sole e delle Arti, qui rappresentato mentre usciva dalle acque sul suo cocchio e con slancio guidava quattro focosi cavalli: un omaggio al mecenatismo attivo di Luigi XIV, ma anche di un momento significativo di auto-celebrazione da parte di un sovrano che per divisa aveva, appunto, il simbolo solare.

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GALLERIA DEI GIARDINI DI VERSAILLES

GALLERIA DEI GIARDINI DI VERSAILLES di Daniela

PIANTINA DEL PARCO

GIARDINI IN AUTUNNO di Federica - GALLERIA 1  GALLERIA 2  GALLERIA 3

PASSEGGIATA NEL DOMINIO DI MARIA ANTONIETTA di Federica