ROSALIE LAMORLIÈRE

 

La giovane Rosalie Lamorlière era la cameriera di una certa Madame Beaulieu, una donna di fede monarchica; il figlio raccomandò la domestica a Madame Richard, ex-merciaia, moglie del carceriere della Conciergerie. All'inizio l'idea di lavorare in una prigione la ripugnava, ma i Richard erano brave persone e Rosalie poteva dedicarsi al suo lavoro caritatevole; era dotata di buon cuore e di una mente sveglia, anche se era praticamente analfabeta.
Madame Richard fu avvertita dell'arrivo alla Conciergerie di Maria Antonietta il giorno precedente e si adoperò insieme a Rosalie per mettere a disposizione della prigioniera una cella quantomeno decente. Disse a Rosalie: "Stanotte, Rosalie, non andremo a letto. Tu dormirai su una seggiola. La regina sarà trasferita dal Tempio a questa prigione". Le due donne riuscirono a procurarsi un letto da campo, due materassi, una mensola, un copriletto leggero, un secchio, delle lenzuola in buono stato e un guanciale con l'orlo di pizzo; cercavano di rendere più accogliente la cella spoglia e traboccante di umidità. Anche così, però, la stanza fu definita da Rosalie indegna dell'ex-regina. Poco dopo le tre del mattino Rosalie fu svegliata in tutta fretta da Madame Richard e tremando per l'emozione scese nella cella in cui era appena stata portata Maria Antonietta. Rosalie aveva portato uno sgabello dalla sua camera e la regina ci salì sopra per appendere ad un chiodo nel muro l'orologio d'oro, dono di sua madre. La giovane si offrì anche di aiutarla a svestirsi, ma Maria Antonietta le disse "Grazie, figlia mia, ma poiché non ho più nessuno della mia casa con me, farò da sola".
Rosalie divenne la fedele ancella di Maria Antonietta; le procurò uno specchietto di poco prezzo con un bordo rosso e una decorazione di tipo orientale sul retro e ogni mattina le acconciava i capelli con un nastro bianco acquistato appositamente per lei. Le regalò anche una semplice scatola di cartone per riporre i suoi oggetti e la regina accolse il dono con grande entusiasmo. Rosalie andava particolarmente fiera di un brodo nutriente, il bouillon, che preparava lei stessa e che integrava i pasti della prigioniera che comprendevano principalmente pollo e verdura. Una volta Rosalie acquistò delle pesche e quando il venditore seppe che erano per la regina non volle essere pagato. Anche a Madame Richard era capitata la stessa cosa: comprando un melone destinato "alla nostra infelice regina" il negoziante le aveva risposto "Fra noi vi è chi piange per lei".
Di tanto in tanto Rosalie poneva sul tavolo della cella dei mazzolini di fiori e la regina le confidò che in passato aveva avuto una vera passione per i fiori, ma poi questo semplice gesto le fu impedito.
Rosalie era al corrente delle continue emorragie della regina e le forniva delle pezze ricavate tagliando le sue camicie.
Il 15 ottobre Maria Antonietta affrontò il secondo, estenuante interrogatorio in appena due giorni. La seconda sessione era cominciata molto presto e la regina aveva dovuto lasciare la cella prima che Rosalie avesse potuto portarle la colazione, quindi rimase a digiuno fino al tardo pomeriggio, quando la giovane riuscì a farle avere un po' del suo bouillon; per capriccio, la fidanzata di una guardia volle servire personalmente l'ex-regina per potersi vantare di averla incontrata, ma nel percorso rovesciò metà della zuppa di Rosalie. Il giorno successivo era quello fissato per l'esecuzione della condanna a morte dell'ex-regina. Alla prigioniera non fu concesso il conforto religioso di un sacerdote non giurato, così come non le fu permesso di incontrare un'ultima volta la sua famiglia né i suoi amici, cose che erano state almeno accordate a Luigi XVI. Soltanto Rosalie poté incontrare l'ex-regina nelle sue ultime ore di vita ed essere così unica testimone della sua disperazione. Quando Rosalie aveva udito il verdetto nell'aula di tribunale si era sentita "come se una spada le avesse trapassato il cuore" e aveva trascorso la notte a singhiozzare nella sua camera. Alle sette del mattino andò nella cella di Maria Antonietta per chiederle se volesse del cibo, ma la regina piangeva e rifiutò dicendole "Figlia mia, non ho bisogno di nulla. E' tutto finito per me". Rosalie insistette ad offrirle il bouillon e alla fine Antonietta ne prese qualche cucchiaiata.
In età avanzata Rosalie dettò i suoi ricordi del periodo di reclusione della regina ricordando anche i dettagli più commoventi e descrivendola persa in fantasticherie mentre alzava il capo al suono di un'arpa che le ricordava il suo passato.



TRATTO DA "MARIA ANTONIETTA - LA SOLITUDINE DI UNA REGINA" DI ANTONIA FRASER