MAXIMILIEN ROBESPIERRE
Maximilien Robespierre nacque il 6 maggio 1758
ad Arras, nell'Artois. Proveniva da una famiglia piccolo borghese: il padre
avvocato aveva sposato la figlia di un birraio. Oltre a Maximilien, da
quest'unione erano nati Charlotte (1759), Augustin (1763) e Henriette (1764). La
morte della madre, avvenuta nel dare alla luce quest'ultima bambina, sconvolse
la famiglia e segnò l'infanzia di Maximilien. Il padre s'indebitò e compì
numerosi viaggi, scomparendo nel 1778 e lasciando i figli alle cure dei nonni
materni.
Dal 1765 al 1769 frequentò il collegio degli oratoriani di Arras. Nel 1769,
grazie al canonico Aymé, ottenne una delle quattro borse di studio per il
collegio Louis-le-Grand a Parigi. Secondo il vicedirettore della scuola "egli
riponeva ogni interesse nello studio, trascurava tutto per lo studio, lo studio
era il suo dio". Nel 1780 si iscrisse a Legge e l'anno seguente tornò ad Arras
dove iniziò a svolgere la professione di avvocato. Abitava con la sorella
Charlotte, mentre il fratello Augustin beneficiò a sua volta di una borsa di
studio al collegio Louis-le-Grand. Robespierre si distinse nella sua attività
difendendo gente del popolino e uomini politici ostili alla monarchia. Pur
guadagnandosi da vivere, Maximilien rimase "povero", il che significava per lui
provvedere ai propri bisogni con il proprio lavoro, senza rifiutare il
benessere, ma senza ricercare il lusso. Questo fu uno dei motivi della sua
popolarità: incarnava gli ideali e lo stile della borghesia. Nel 1783, Bailly lo
descriveva così: "Sottile e distinto, la fronte spaziosa sotto la parrucca ben
curata, occhi chiari e dolci sotto sopracciglia nettamente arcuate, una bocca
sottile sotto un naso lungo e rivolto all'insù, le gote rotonde, il mento un po'
pesante sotto lo jabot di pizzo, la mano destra posata sul gilè ricamato".
Continuò a seguire la moda dei suoi pari sotto l'Ancien Régime, incipriandosi i
capelli e rifiutando di portare il berretto rosso.
Il 26 aprile 1789 Robespierre venne eletto quinto degli otto deputati del Terzo
Stato che l'Artois mandava agli Stati Generali. A Parigi alloggiò prima in rue
de Saintonge e poi in rue Saint Honoré, presso il falegname Duplay. Ebbe molte
ammiratrici, ma non gli venne attribuita nessuna relazione. Agli Stati Generali
si lanciò contro i privilegiati e l'aristocrazia, "quest'idra… che si nutre
della sostanza dei popoli". Non solo: reclamò la liberazione di tutti gli
oppressi, ebrei, attori, uomini di colore delle colonie, diventando, agli occhi
del popolo francese, il vero rappresentante della democrazia.
A partire dalla scissione del Club dei Giacobini nel luglio 1791, che portò alla
fondazione del Club dei Foglianti da parte dei moderati, l'influenza di
Robespierre in seno al partito giacobino si fece sempre più forte. Nell'ottobre
dello stesso anno fu acclamato dal popolo di Parigi e da quanti lo riconobbero
nel suo viaggio trionfale ad Arras.
Il 10 agosto 1792 fu eletto membro del Consiglio generale della Comune
Insurrezionale e il 5 settembre seguente primo deputato di Parigi alla
Convenzione Nazionale. Si levò da solo contro una guerra mossa dalla Francia
all'Europa, auspicata invece dai giacobini seguaci di Brissot, oltre che dai
girondini. Incurante dei suoi appelli, l'Assemblea Legislativa (riunitasi per la
prima volta il 1 ottobre 1791) dichiarò guerra; a questo punto, allora,
Robespierre esortò i patrioti a stroncare il tradimento dei realisti che si
erano appellati agli altri stati europei per combattere la rivoluzione.
Robespierre si impose come capo del raggruppamento della Montagna, cioè il più
aperto alle istanze popolari e profondamente ostile all'aristocrazia e allo
strapotere clericale.
Il 3 dicembre 1792 pronunciò un discorso sul giudizio del re, a favore della
sentenza di morte: "Quanto a me aborro la pena di morte istituita dalle vostre
leggi e non ho per Luigi né amore né odio: odio solo i suoi delitti. Io ho
chiesto l'abolizione della pena di morte all'assemblea che ancora chiamate
costituente e non è colpa mia se i primi principi della ragione le sono sembrati
eresie morali e politiche … Sì, la pena di morte in generale è un delitto … Ma
quando si tratta di un re detronizzato nel cuore di una rivoluzione tutt'altro
che consolidata dalle leggi, di un re il cui solo nome attira la piaga della
guerra sulla nazione agitata, né la prigione, né l'esilio, possono rendere la
sua esistenza indifferente alla felicità pubblica, e questa crudele eccezione
alle leggi ordinarie che la giustizia ammette può essere imputata soltanto alla
natura dei suoi delitti. Io vi propongo di decidere seduta stante la sorte di
Luigi. Per lui, io chiedo che la Convenzione lo dichiari da questo momento
traditore della nazione francese e criminale verso l'umanità; chiedo che essa
dia al mondo un grande esempio". I Girondini, per timore del popolo, evitarono
misure energiche; Robespierre li denunciò, riuscendo a farli eliminare dalla
Convenzione. L'ex re Luigi XVI fu ghigliottinato la mattina del 21 gennaio 1793.
Il 6 aprile 1793 la Convenzione elesse il primo Comitato di Salute Pubblica:
esso disponeva di ogni potere governativo, compresa la direzione dello stato e
delle armate della repubblica. Robespierre fu eletto membro del Comitato il 27
luglio 1793 e conquistò subito una posizione preponderante. I membri del
Comitato assunsero un potere quasi assoluto e ciò costituiva un passo indietro
rispetto al principio della divisione dei poteri sostenuto da Montesquieu e
sancito dalla Costituzione del 1791. Inoltre, l'inasprimento delle leggi contro
gli oppositori della rivoluzione e i traditori della repubblica portò a
sanguinosi abusi, a condanne a morte eseguite senza processo: la legge sui
sospetti fu votata il 17 settembre 1793 e il Terrore venne posto all'ordine del
giorno. Così Robespierre giustificava il Terrore: "Il Terrore non è altro che la
giustizia pronta, severa, inflessibile; è dunque un'emanazione della virtù; esso
è meno un principio particolare che una conseguenza del principio generale della
democrazia applicato ai più pressanti bisogni della patria".
Per il suo impegno, il rigore morale, la coerenza e l'intransigenza si guadagnò
il soprannome di Incorruttibile.
Tuttavia, la media e alta borghesia si sentivano danneggiate dalla politica
economica dei montagnardi; i deputati che da lungo tempo meditavano la rovina di
Robespierre ordirono un complotto. Durante la seduta della Convenzione del 9
termidoro dell'anno II (27 luglio 1794) il deputato Louchet propose contro
Robespierre il decreto di accusa che fu votato all'unanimità. In un disordine
indescrivibile e dopo un tentativo insurrezionale della Comune robespierrista di
Parigi, si procedette all'arresto di Robespierre e dei suoi compagni: Lebas si
uccise con un colpo di pistola; il giovane Augustin Robespierre si gettò da una
finestra; Saint-Just si lasciò arrestare senza opporre resistenza; Couthon,
spinto brutalmente per le scale, fu gravemente ferito. Maximilien Robespierre si
tirò un colpo di pistola in bocca, ma il tentativo di togliersi la vita fallì e
riuscì solo a fracassarsi la mascella.
Il 10 termidoro dell'anno II (28 luglio 1794), di sera, Robespierre fu
ghigliottinato senza processo per ultimo, dopo le esecuzioni di Saint-Just e di
altri 19 loro partigiani.