JEANNE BÉCU, CONTESSA DU BARRY
Nata illeggittima, figlia di una povera sarta
che si era data alla prostituzione per arrotondare i suoi magri guadagni, Jeanne
Bécu aveva seguito l'esempio materno e aveva finito col farsi notare da Luigi XV
quando era divenuta l'amante di un certo Jean Du Barry. Graziosa senza essere
una grande bellezza, né una donna particolarmente attraente, la Du Barry era
nondimeno dotata, grazie all'espressione apertamente invitante dei suoi occhi
azzurri e notevolmente spaziati fra loro, di un grande fascino sensuale. Il re
ne era stato letteralmente stregato, al punto che aveva subito pensate di
introdurre Jeanne a corte, non come una delle tante donne del suo bordello
privato, il Parc-aux-Cerfs, ma come amante ufficiale. A tale scopo aveva
combinato un matrimonio tra Jeanne e il fratello di Jeanne Du Barry, Guillaume,
che era erede del titolo di conte Du Barry. Nella sua nuova posizione di
contessa Du Barry, Jeanne era stata presentata a corte nell'aprile del 1769, e
aveva abbagliato perfino i sazi e smaliziati cortigiani di Versailles non i suoi
abiti inghirlandati di diamanti disposti come fiori. Il re l'aveva letteralmente
ricoperta di gemme abbaglianti, ed essa le portava ovunque, anche sui tacchi
delle scarpe.
Il giorno della presentazione a corte anche la sua bellezza fisica era
abbagliante, pur se si suoi nemici facevano del loro meglio per sminuirla. "Il
suo splendore è completamente svanito",
scrisse una duchessa inglese in visita a Versailles, ed "essa ha una sorta di
sorriso artificioso che fa ricordare il suo precedente mestiere". L'espressione
lasciva che si leggeva nei suoi occhi, la voce grossolanamente forte e i modi
volgari di Jeanne testimoniavano chiaramente il suo passato di donna di strada.
L'ascesa della contessa Du Barry alla ricchezza era stata rapida e spettacolare.
Il re non aveva indugiato a regalarle il suo piccolo castello di Louveciennes,
uno squisito palazzo in miniatura con stanze dalle pareti di marmo e dai
soffitti affrescati, e una grande sala da pranzo bianca
e oro dove i lampadari di cristallo scintillavano alla luce
del caminetto. Le decorazioni, di uno sfarzo abbagliante, erano
straordinariamente costose: arazzi di eccellente fattura, vetri e porcellane di
eccezionale qualità, bronzi, mobili rivestiti all'interno di raso merlettato. I
visitatori del castello di Louveciennes restavano abbagliati dalla finezza dei
materiali, accessibili solo al tesoro reale, con cui era fatto ogni arredo, fino
alle maglie delle porte. Anche a Versailles la contessa aveva alle sue
dipendenze un personale numeroso, fra cui spiccava, per il colore della pelle,
un paggio venuto dal Bengala, Zamor, il quale la seguiva dappertutto col suo
vestito di velluto rosa, un turbante bianco sulla testa e una minuscola spada al
fianco.
Jeanne si occupava degli affari di Stato manovrando il cuore del re. La sua
ascesa finirà con la morte del re nel 1774. In punto di morte il re aveva
disposto che la Du Barry fosse mandata via dalla corte ma, dopo un anno, le
venne concesso di ritirarsi nel suo castello di Louveciennes, ma le venne
proibito di recarsi di nuovo a corte.
Morirà ghigliottinata l'8 dicembre del 1793, durante il periodo del Terrore.
Notizie tratte da "Maria Antonietta" di Carolly
Erickson.
Il primo ritratto mi è stato fornito da Claudia: grazie infinite.