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IL
VESTIBOLO
Vi si accede da una delle rampe laterali
dello Scalone. Il Vestibolo, che prende luce a quattro finestroni aperti sul
cortile, è a pianta ottagonale, assumendo però un movimento circolare nella
parete centrale, la cui volta, in spazi geometrici, è riccamente decorata.
L'insieme dei pilastri e delle colonne segue rigorosamente la disposizione e la
geometria del piano sottostante, ma con un gioco di luci e di colori che non
lascia cogliere tale particolare a meno che non vi si ponga specifica
attenzione.
La definizione di "Vestibolo" pare sia dello stesso Vanvitelli in una lettera al
fretello Urbano nel novembre del 1759; di certo, nei piani dell'architetto
reale, si doveva trattare unicamente dello spazio dove terminavano le due rampe
dello Scalone, ma la sua grandiosità e le ardite soluzioni architettoniche, che
destarono l'ammirazione di Re Carlo e di sua moglie che lo vedrà nel corso di
una visita ai lavori nel settembre del 1759, convinsero dell'opportunità di
chiamarlo "Vestibolo della Cappella", in seguito ridotto al solo appellativo di
"Vestibolo". Lo stesso Vanvitelli - da quanto risulta da un'altra lettera al
fratello Urbano circa dieci anni dopo la visita dei reali - convintosi
dell'importanza dell'opera, giunse al punto da far interrompere i lavori in
corso nella parte sottostante perché il Vestibolo non era stato ancora
"ricoperto di volta".