RIVOLUZIONE FRANCESE E PRINCIPESSE AL WOW DI MILANO

di Elena Romanello
 

Spesso ci si è interrogati sul fatto se Oscar fosse un personaggio realmente esistito: come molte figure della finzione, è ispirata a varie situazioni reali, in fondo sono state tante le donne che si sono vestite da uomo per vivere avventure e vite che altrimenti sarebbero state loro precluse in epoche che sapevano solo offrire ruoli prestabiliti all’altra metà del cielo, anche se la Storia è più complessa appunto di come ce l’hanno raccontata.

Tra le tante ce ne è una che può ricordare in maniera particolare la nostra Oscar, ed è Marie-Thérèse Figuer, vissuta tra il 1774 e il 1861, donna soldato che visse molte vite e partecipò a molte battaglie.

A differenza di Oscar, Marie-Thérèse non era di nascita nobile però: suo padre era mugnaio, sua madre morì di parto e si ritrovò poi orfana del tutto a nove anni, affidata ad uno zio, Jean Viard, sotto tenente della Fanteria.

Il 9 luglio 1793, a 19 anni, si arruolò come vivandiera nel Reggimento degli Allobroges comandato dal colonnello Pinon, da cui passò poi al quindicesimo e nono reggimento dei dragoni. Con queste compagnie militari Marie-Thérèse fece tutte le campagne della Repubblica rivoluzionaria e del Primo Impero, viaggiando sul fonte del Reno, in Germania, in Svizzera, partecipando anche ai combattimenti. Durante la battaglia della Fonderia salvò la vita al generale Nouguez, fu ferita una prima volta durante l’assedio di Tolone nel 1793 e poi a Savigliano nel 1799, vide morire tre suoi cavalli e fu fatta due volte prigioniera.

Nel 1815 fu decorata da Napoleone in persona, poi andò in pensione e nel 1818 sposò un altro ex soldato, Clément Joseph Melchior Sutter.

Anni dopo, nel 1842 pubblicò le sue memorie per gli editori Dauvin e Fontaine, dal titolo Les Campagnes de mademoiselle Thérèse Figueur, aujourd'hui madame veuve Sutter, ex-dragon aux 15e et 9e régiments, de 1793 à 1815, écrites sous la dictée par Saint-Germain Leduc e piacque tanto da venire ristampato nel 1894, molto dopo la morte dell’autrice.

Il commediografo Victorien Sardou usò il soprannome con cui Marie-Thérèse era nota, Madame Sans-Gêne, per la sua omonima commedia, che però si ispirò ad un altro personaggio, la marescialla Lefebvre, Catherine Hubscher, molto meno interessante.

La cosa curiosa è che con Marie-Thérèse Figueur la realtà forse superò la fantasia: tra l’altro, a differenza della nostra Oscar non fece una fine tragica, invecchiò, poté raccontare la sua vita straordinaria e forse per un po’ visse anche felice e contenta.