MARIA ANTONIETTA AL CINEMA
Forse non sono tanti e tanto interessanti come i libri dedicati a Maria Antonietta, ma anche i film sull’ultima regina di Francia offrono una buona panoramica, anche se spesso molto romanzesca, sulla sua vita e il suo tempo.
La Hollywood degli anni Trenta produsse nel 1938 Marie Antoinette di W.S. Van Dyke, un sontuoso e a tratti poco fedele affresco storico, con la già quasi quarantenne Norma Shearer nel ruolo della regina, Tyrone Power, di dieci anni più giovane in quello di Fersen, e Robert Morley, attore dalla carriera lunghissima, fino all’inizio degli anni Novanta, in quello di Luigi XVI. Un film liberamente ispirato alla biografia di Stephen Zweig, da vedere perché riflette in pieno un certo modo sfarzoso di fare i film in costume, anche se il Settecento in scena risulta reinventato e reso un mondo a parte. Un altro film hollywoodiano, con la pretesa di divertire e appassionare, è Scaramouche di George Sidney del 1951, tratto dal romanzo di Rafael Sabadini, storia romanzata che può ricordare I tre moschettieri o la stessa Lady Oscar. Qui Maria Antonietta compare come personaggio di contorno, nel ruolo di donna frivola, interpretata da Nina Foch, ottima caratterista del cinema del dopoguerra. Decisamente più attendibile sul piano storico risulta essere invece il Marie Antoinette di Jean Delannoy del 1956, dove la protagonista era intepretata dall’affascinante Michèle Morgan in una pellicola girata sui veri luoghi della vicenda, rispettosa dei fatti narrati, con in più nella parte di Fersen il bel Richard Todd, già eroe romantico in diversi film in costume inglesi. Parallelo ma troppo impaludato risulta essere invece il Versailles di Sacha Guitry (1954), con una lunga serie di attori famosi e esordienti tra cui Brigitte Bardot, dove Maria Antonietta è interpretata dalla allora abbastanza famosa Lana Marconi, francese di origine romena, non comunque male in stile rococò. Divertenti e irriverenti risultano essere le due Marie Antoniette di due film per ridere, l’inglese Fate la rivoluzione senza di noi (1970) di Bud Yorkin, con i due
irresistibili Gene Wilder e Donald Sutherland che affrontavano una Maria Antonietta ninfomane interpretata dalla brava attrice di teatro inglese Billie Whitelaw, e il franco tedesco La vera storia della rivoluzione francese (1984) di Jean Yanne, dove Maria Antonietta rivive sotto i tratti di una godereccia Ursula Andress. Nel 1989, anno del bicentenario della Rivoluzione francese, si affrontano, sul piccolo schermo due Marie Antoniette abbastanza diverse: nello sceneggiato La rivoluzione francese, diretto da Richard T. Heffron e Robert Enrico l’ultima regina di Francia è Jane Seymour, ex Bond girl, icona romantica e futura protagonista del serial La signora del West, proponendo un ritratto interessante e fedele. Più romanzesca risulta essere la Maria Antonietta di una giovane e bellissima Emmanuelle Béart in Maria Antonietta regina di un solo amore, per la regina di Caroline Huppert, ricostruzione vista dal buco della serratura della vita alla corte di Versailles.
Il film di Lady Oscar di Jacques Demy del 1978 non è certo un capolavoro, ma uno dei pochi personaggi che funzionano, o meglio uno dei pochi interpreti che dimostrano di saper recitare, è Maria Antonietta, a cui la giovane e molto carina Christina Bohm dà un’immagine di reginetta frivola ma divertente e capace di risollevare le sorti del film. Chi si dovesse chiedere che fine abbia fatto questa attrice dall’indubbio carisma, avrà dispiacere a scoprire che Christina Bohm è morta in un incidente d’auto a ventisei anni nel 1979, troncando una carriera promettente. Stesso discorso per L’intrigo della collana di Charlie Shyer (2001), un film non riuscito raccontato dal punto di vista di Jeanne de La Motte, interpretata dalla poco inspirata (qui) Hilary Swank, normalmente brava e grintosa. Il punto di forza è la Maria Antonietta della figlia d’arte Joely Richardson, molto somigliante a quella dei ritratti storici, e che poi è stata un’altra regina, Elisabetta I, in Anonymous di Roland Emmerich del 2001. Ottima e impeccabile la Maria Antonietta della cantante ed attrice tedesca Ute Lemper nel film di Pierre Granier Deferre del 1990 sugli ultimi giorni di vita della regina, con flashback sul suo passato, per un risultato asciutto e storicamente attendibile. Poca Storia ma è comunque un film interessante: il Marie Antoinette di Sofia Coppola del 2006 non vuole essere una biografia
documentata dell’ultima regina di Francia, anche se la regista si è documentata anche sul libro di Antonia Fraser, ma piuttosto una rielaborazione di un’icona, tra passato e presente, pop e mode. E Kirsten Dunst è comunque molto efficace nel ruolo, anche se forse non fedele come aspetto alla vera Maria Antonietta che, secondo i nostri canoni, dai trent’anni in su sarebbe considerata francamente sovrappeso. L’ultimo film in ordine di tempo è ancora inedito da noi, ed è Les adieux à la reine di Benoit Jacquot dal romanzo di Chantal Thomas, la storia degli ultimi splendori di Versailles visti da una giovane lettrice della regina, interpretata dalla brava Lea Seydoux. Maria Antonietta è la bellissima attrice Diane Kruger, già Elena in Troy, vista come una creatura da idealizzare.
A Maria Antonietta al cinema è andata meglio comunque che a Sissi, rimasta prigioniera degli zuccherosi film con Romy Schneider: forse in tutti i film su di lei manca quel qualcosa in più, tra realismo e approfondimento, ma comunque, già prima di Lady Oscar, i film su Maria Antonietta hanno fatto appassionare alla sua vicenda un vasto pubblico di vari Paesi. |