POVERA MADAME DU BARRY SECONDO RIYOKO IKEDA

di Elena Romanello

Indubbiamente grazie a Berubara tantissime persone si sono appassionate al Settecento alla storia di Francia, e il conferimento della Legion d’Onore a Riyoko Ikeda, unica autrice di manga ad averla ricevuta, è un omaggio a questo interesse che ha saputo suscitare e che non viene meno nel corso di una vita.

L’autrice però si è presa alcune licenze poetiche, senz’altro per rendere la storia più avvincente, che hanno portato allo snaturamento di alcuni personaggi realmente esistiti, come quello di Madame Du Barry, la favorita di Luigi XV.

Nel manga e nell’anime di Lady Oscar Madame Du Barry è vista come una ex prostituta, assassina di suo marito, avvelenatrice e senza scrupoli. Nella realtà storica, Marie Jeanne Becu era una delle tante ragazze arrivate a Parigi in cerca di fortuna, dove per lo più lavorò come cucitrice e forse ogni tanto frequentò qualche bordello, come del resto succedeva allora alle giovani donne senza arte né parte se non la loro avvenenza.

Non uccise con il veleno il conte Du Barry: il loro fu un matrimonio di interesse per avere un nome, ma vissero quasi sempre separati, lui con la sua amante, lei prima a Versailles come favorita di Luigi XV, poi a Louveciennes dove negli ultimi anni si legò al conte de Brissac, massacrato dalla folla in tumulto a due passi da casa sua.

Madame Du Barry non era un’avvelenatrice: del resto il veleno non usava più allora a Versailles, era stato di moda nel Seicento a Versailles, grazie a Madame de Montespan, amante di Luigi XIV, che frequentava messe nere con la famigerata fattucchiera Voisin e pare usò il veleno per eliminare un paio di rivali, anche se tutti gli incartamenti legati a lei furono distrutti dal suo regale amante. La Madame du Barry di Berubara è molto simile a Madame de Montespan, donna intelligente ma diabolica, pare autrice della famosa frase sul pane e sulle brioches poi attribuita alla povera Maria Antonietta, vera e propria cattiva reale presente anche in altre storie, ma non in Oscar per ragioni cronologiche.

Vera la sua rivalità con Maria Antonietta, ma è anche vero che durante la Rivoluzione Madame du Barry cercò di salvare diversi nobili dalla ghigliottina, vendendo i suoi gioielli e la leggenda vuole che fosse implicata nel complotto per salvare Maria Antonietta dalla Conciergerie. Anche lei finì poi sulla ghigliottina nel 1793, incastrata dopo alcuni viaggi a Londra da cui era tornata in maniera abbastanza imprudente.

Madame Du Barry non è l’unico personaggio reale un po’ modificato dalle licenze di Riyoko Ikeda: Jeanne de La Motte non uccise la sua benefattrice, aveva una sorella minore che non era Rosalie, scappò a Londra dove morì pare suicida nel 1791, mentre Madame de Polignac era in realtà molto affezionata a Maria Antonietta, e scappò in Inghilterra solo per mettere in salvo i suoi figli, morendo di crepacuore quando seppe dell’esecuzione della sua amica.

Del resto, anche Saint Just non era un misto tra un guerrilero e un terrorista: aveva idee rivoluzionarie nette, ma era meno spietato di Robespierre, e tra una riunione e l’altra si dilettava scrivendo racconti pornografici che non sono sopravvissuti a lui.

Detto questo, resta comunque interessante il modo in cui Riyoko Ikeda ha inserito questi personaggi nella sua storia, creandone dei big bad davvero indimenticabili e interessanti per la sua Oscar: del resto anche Dumas padre faceva così. Poi, certo, la realtà che si scopre appassionandosi a quell’epoca grazie a Lady Oscar è stata anche diversa, ma non per questo meno affascinante.