BUFFY E LADY OSCAR, DUE GUERRIERE DELL'IMMAGINARIO
Sono entrambe bionde ed entrambe sono delle combattenti, sia pure in contesti diversi: Lady Oscar e Buffy hanno rappresentato, in due epoche diverse e forse per due generazioni diverse, l’archetipo della ragazza guerriera, legandosi nel primo caso alla tradizione del romanzo di cappa e spada e nel secondo al fanta horror. Certo, all’apparenza sono due personaggi un po’ diversi: Oscar viene cresciuta dal padre come un maschio e diventa guardia del corpo di Maria Antonietta, finendo travolta dalla Rivoluzione francese, mentre Buffy è una ragazza contemporanea, prescelta a diventare la Cacciatrice della sua generazione, che dalla notte dei tempi combatte vampiri, demoni e forze delle tenebre. Ma gratta gratta ci sono punti in contatto, da una certa sfortuna in campo sentimentale al tema del destino da seguire e della lotta dalla parte del bene contro il male comune ad entrambe. Oscar si finge uomo, affascina uomini e donne, si innamora non ricambiata di Fersen e troverà alla fine una breve felicità con André, mentre Buffy si innamora di due dei suoi nemici mortali, i vampiri, prima Angel con cui non potrà mai essere felice, poi Spike che diventerà da persecutore a cavaliere sacrificale per lei, tenterà anche una vita normale con qualcuno che comunque normale non è come il militare Riley, e alla fine, in una prospettiva moderna, volterà pagina e affronterà da sola il suo nuovo corso di vita.
Chiaramente sono cambiati i tempi, nella prospettiva romantica che ammanta una storia ambientata nei secoli passati ci sono solo i due estremi, o il lieto fine, poco proponibile in Oscar, o il finale tragico, mentre oggi ci sono più sfumature, anche in un contesto fantastico. C’è da dire che, se Riyoko Ikeda si diverte ad arricchire le sue storie, non solo Lady Oscar, di tragiche storie d’amore, anche Joss Whedon, l’ideatore di Buffy, con i suoi colleghi, non è da meno, visto che solo alla cacciatrice oscura e redenta Faith è riservato un lieto fine, mentre tutte le altre coppie dei serial Buffy e Angel, spin off del precedente, finiscono male, a cominciare da quella gay delle due streghe Willow e Tara, per non parlare di quella tra Wesley e Fred, che a qualcuno ha ricordato quella tra Oscar e André. L’amore e la morte si intrecciano con le vicende di entrambe le protagoniste: Oscar morirà da eroina, c’è stato anche un tentativo, nelle fanfic e in un seguito spurio pubblicato dalla Fabbri, Il ritorno di Lady Oscar, di farla resuscitare in maniera poco credibile, mentre Buffy, cosa possibile in un contesto fantastico, morirà e verrà fatta risuscitare, sia pure con risultati inquietanti. Sia Oscar che Buffy sono comunque emblematiche di un modo nuovo di concepire le eroine nell’immaginario, non come fanciulle in pericolo, ma come protagoniste, eredi di una tradizione che ha dentro di sé la Clorinda della Gerusalemme liberata e la Jolanda, figlia del corsaro nero salgariano, nonché la principessa Leila di Guerre stellari e la Ripley di Alien. Non a caso entrambe sono diventate ormai dei classici e dei modelli, e qualcuno aveva persino pensato che Sarah Michelle Gellar non sarebbe stata male come Oscar (anche come Angelica a dire il vero). Al di là dei divertissment in tema, in molti e molte hanno vicino nelle loro case i dvd di entrambe, e magari anche i fumetti, visto che se La rosa di Versailles, vero titolo di Oscar, è ormai un marchio per Riyoko Ikeda, le vicende di Buffy e anche di Angel continuano in fumetto. E non dimentichiamo comunque che Joss Whedon è e resta molto appassionato di supereroine sia dei comics che dei manga. A parte tutto, battute e supposizioni, magari riuscirebbe a fare un adattamento dal vivo veramente più riuscito e rispettoso di quello dimenticabile di Demy. Per ora rileggiamo e rivediamo entrambe le nostre bionde eroine, paladine del bene contro il male, tra luci e ombre, amore e morte.
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