I ATTO
Nella famiglia Jarjayes il generale attende pazientemente la nascita del nuovo
erede, certo che sarà un maschio, al punto da garantire al re Luigi XV che sarà
degno di ricoprire una carica militare a corte. Ma il parto non va come
dovrebbe: non soltanto Marguerite dà alla luce una femmina ma muore poco dopo,
lasciando Augustin nella disperazione. Questi, infine, decide di crescere
Françoise come un uomo.
Dopo un breve intervallo in cui Robespierre lamenta le condizioni precarie del
popolo di Parigi, la storia ritorna a Palazzo Jarjayes con “l’ingresso” di Oscar
e André (interpretati rispettivamente da Alice Mistroni e Danilo Brugia) che, un
po’ come nell’anime, un po’ come nel takarazuka, entrano in scena duellando e
scherzando amabilmente, fino a quando non vengono interrotti prima da Nanny e
poi dal generale Jarjayes che comunica alla figlia la sua nomina a capitano
della guardia, con il compito di proteggere la principessa Maria Antonietta. E
qui ciò che forse emerge più del manga e dell’anime è il travaglio emotivo della
nostra protagonista che, dopo una vita di scherzi e di giochi spensierati, deve
decidere della sua vita. Come nell’anime, André cerca di farle capire che lei è
una donna e non può rinunciare alla sua femminilità e a tutto quello che questo
comporterebbe ma, ovviamente, lei sceglie infine di accettare l’incarico,
consapevole delle aspettative paterne e del titolo nobiliare che si porta
addosso.
Robespierre torna ad essere il narratore che, con l’ausilio di un teatro delle
marionette, illustra il fidanzamento di Maria Antonietta e il delfino. Essendo
la narrazione affidata a Robespierre, quest’ultimo da un’immagine decisamente
grottesca dei reali: Maria Antonietta appare una sciocca viziata e Luigi un
capriccioso imbecille.
A corte, Luigi XV, il Duca d’Orlèans e il generale Jarjayes attendono con ansia
l’arrivo di Françoise a corte che arriva in ritardo scusandosi per essersi persa
tra le meraviglie di Versailles. Nonostante tutto il re è soddisfatto
dell’indole volitiva del/la giovane Jarjayes e si congeda con la Du Barry (che
qui risulta ancora sposata con il conte Du Barry e non è la favorita, bensì una
dama che è riuscita ad entrare nelle grazie del re) mentre il Duca d’Orlèans
suggerisce ad André di stare attento perché ci sono rose che hanno spine
appuntite: qui, insomma, nonostante l’aspetto da cicisbeo, il Duca d’Orlèans
sembra mostrare una certa lungimiranza. Françoise si presenta ai suoi uomini che
la osteggiano apertamente perché non intendono prendere ordini da una donna: lei
propone loro una sfida, che alla fine vince, facendosi infine accettare.
Nel frattempo, a corte Maria Antonietta inizia a sentire il peso del suo ruolo:
l’esser sempre al centro dell’attenzione non è sempre una cosa bella e, in un
brano dalla musica leggera, quasi infantile, e dal testo semplice, emerge tutta
la malinconia che la giovane prova per la madre e per la sua infanzia nonché lo
smarrimento di trovarsi sposa di un uomo che non ama.
In una tipica giornata a corte, i nobili, Oscar, André e il generale Jarjayes,
chiacchierano amabilmente e qui entra in scena Fersen che, per la prima volta,
incontra Maria Antonietta. Nessun incontro all’Opera di Parigi, dunque, ma una
semplice offerta da parte del conte di accompagnare Maria Antonietta alle danze,
visto che il Delfino – che si entusiasma ahimé troppo della proposta del conte -
si dichiara assolutamente incapace di farlo. Vedendo i due danzare, Oscar
confessa ad André di essere sinceramente preoccupata per l’atteggiamento troppo
confidenziale che Maria Antonietta manifesta al bel conte, anche se non è ancora
successo niente di scandaloso. André cerca di rassicurarla, dicendole che non
stanno facendo niente di male, che stavano solo ballando, ma per il comandante
la regina, ricoprendo il ruolo ufficiale, ha dei doveri cui non può esimersi,
mentre per André “i sentimenti non sono così diplomatici come la politica”.
Secondo la donna, André non può capire perché non è un nobile: ad esempio, la
gente del popolo può contrarre matrimonio con chiunque voglia mentre per i
nobili è diverso perché ci sono delle responsabilità a cui sottostare, anche a
costo di snaturare una parte della propria personalità. Alla fine, lo scambio di
opinioni, che ha assunto dei toni seri, viene smorzato da Oscar che esce fuori
di scena, invitando André a seguirla con un tono scherzoso.. cosa che
l’attendente fa, giusto in tempo per accennare un l’incipit di un brano che
canterà in un momento successivo e che esprime già chiaramente i sentimenti del
giovane: “I sogni miei.. che non ti ho detto mai..”.
Il primo atto si chiude con il teatro dei burattini di Robespierre descrive, con
toni comici e grotteschi, la morte di Luigi XV e l’ascesa al trono di Luigi XVI,
mettendo in risalto l’incompetenza dei nuovi sovrani.
II ATTO
Il secondo atto si apre con un brano allegro che descrive le scappatelle di
Maria Antonietta con il conte di Fersen, in barba al marito cornuto e
inconsapevole di quel che accade sotto gli occhi. A chiusura brano, il teatro
dei burattini descrive la gravidanza di Maria Antonietta suggerendo candidamente
la possibilità (quasi certezza, dai toni usati) che il figlio non sia del re –
ma ricordiamoci che qui il punto di vista è quello del popolo.
La scena si sposta in caserma. Le esercitazioni militari di Oscar ai suoi uomini
vengono interrotti da Sophie (sorella di Bastien, rispettivamente gli altereghi
di Diane e Alain) e dai familiari degli altri soldati, tra cui Nanny. Al termine
del brano in cui quest’ultima illustra i bei tempi andati, Sophie chiede a
Bastien chi sia quel giovane vicino al comandante, se è già impegnato e il
fratello risponde che sì, in un certo senso, lo è.. I due fratelli escono poi
di scena, sostituiti da Oscar che, mentre sta sistemando le armi con cui stava
facendo esercitare i suoi soldati, riceve la proposta di Fersen che la invita a
partecipare ad un ballo di corte: per evitare di destare sospetti circa la sua
condotta con la regina vorrebbe farsi accompagnare da una bella donna come lei.
Ovviamente Oscar, in un primo momento, cerca di rifiutare l’offerta ma, in parte
per le insistenze del conte, in parte per la curiosità di indossare finalmente i
panni che le spetterebbero di diritto, decide di accettare e si presenta al
ballo senza nascondere la sua identità e, sotto lo sguardo felice di Nanny (che,
in barba all’etichetta, presenzia al ballo di corte), quelli sconvolti e
sorpresi del padre – che lascia la sala - e di André, e quelli tristi di Maria
Antonietta, inizia a danzare con il conte di Fersen. E qui le quattro “rose di
Versailles” eseguono forse la più bella canzone dell’intero repertorio, un brano
a quattro voci che sottolinea: la tristezza di André che, nonostante sia
consapevole che “prima o poi quel momento sarebbe arrivato”, non riesce ad
accettare l’idea di Oscar con un altro e teme che la loro “speciale amicizia”
possa concludersi; lo scombussolamento emotivo di Oscar, incapace di rimanere
indifferente al carismatico fascino di Fersen e che si rende conto al contempo
di come gli sguardi di Fersen sono tutti per Maria Antonietta che, dall’altro
lato della scena, assiste in silenzio a quella danza sperando che il sentimento
tra lei e Fersen continui a durare. Alla fine, Oscar recupera il suo
autocontrollo e, comprendendo di non poter essere nient’altro che un terzo
incomodo, ferita, lascia bruscamente la sala da ballo.
Successivamente, il Duca d’Orlèans, a colloquio con Fersen, gli suggerisce di
lasciare la corte perché ormai tutti sanno della sua relazione con la regina e
il conte, suo malgrado, dopo uno struggente addio, si congeda dalla regina, per
non tornare più a corte.
Il teatro dei burattini di Robespierre, sempre con gli stessi toni ironici, ma
stavolta con modi decisamente più efficaci, sottolinea le estreme differenze tra
l’opulenza dei ricchi e la povertà del ceto sociale, nella speranza e nella
consapevolezza che, presto o tardi, qualcosa cambierà.
La scena torna a Palazzo Jarjayes. Oscar e André duellano come al solito ma sia
Oscar che André hanno la testa altrove. Ad una semplice battuta di Oscar sul
fatto che André non riesce a reggere nemmeno una spada, André dice che forse
sarebbe meglio che al suo posto ci fosse il conte. E da qui i due iniziano a
battibeccarsi fino a quando Oscar dice che, dal momento che ha intenzione di
lasciare la guardia del re perché vuole vivere come un uomo, potrebbe in effetti
non aver bisogno che André le faccia ancora d’attendente, perché vivere come un
uomo significa non appoggiarsi a nessuno. Al che André getta la spada dicendo
finalmente le parole che conosciamo tutte: “Una rosa non sarà mai un lillà”.
Oscar, furiosa, lo prende per il collo della camicetta, strattonandolo; André le
blocca le braccia nel tentativo di calmarla e, alla fine, finisce con lo
strapparle il famoso indumento, rivelandole le fasce che le costringono il petto
e, di conseguenza, il suo essere donna. A differenza che nell’anime/manga, qui
sembra che tutto accada casualmente e che André non abbia strappato la camicetta
ad Oscar di proposito, tanto che al gesto non segue nessuna dichiarazione
d’amore, anche se il passaggio non è molto chiaro perché Oscar pronuncia la
fatidica frase “E adesso, che cosa vorresti farmi André?”. Il successivo brano
“Una rosa non sarà mai un lillà” chiarisce tutti i non detti dei due
protagonisti, di André, innamorato, che per anni ha cercato di celare in tutti i
modi i suoi sentimenti e il cui tormento si manifesta nei versi della canzone
“Ma lo capisci, ora!” e l’inaspettata scoperta di Oscar che “Non pensavo che per
te io valessi tutto”.
Nel frattempo, in una taverna, Robespierre, Bastien e altri popolani, si
lamentano per la carenza di vino e, più in generale, per la carenza di cibo, di
soldi, etc. Gli animi, però, sono molto più in fermento, a causa del cattivo
andamento degli Stati Generali, dello scioglimento dell’Assemblea nazionale ma,
soprattutto, dell’intervento di Robespierre che, mettendo in discussione
l’autorità del Re ed evidenziando la sua incapacità di affrontare la grave
situazione, istiga gli altri ad agire. Improvvisamente entra André, ubriaco
fradicio, sconvolto e triste per lo scontro avuto con Françoise, dichiarando a
tutti di essere innamorato del comandante. Alla fine, si addormenta su un
tavolino e Bastien suggerisce all’oste di portare una coperta perché il suo
amico, quella notte, si fermerà lì.
Versailles. Oscar dice alla regina di voler lasciare la Guardia del Re. La
regina, ovviamente, cerca di dissuaderla in tutti i modi, proponendole il doppio
dei suoi emolumenti e quando Françoise dice che preferirebbe che quei soldi
andassero alla povera gente, l’argomento di conversazione si sposta sulla
considerazione che i parigini hanno della regina, sull’incapacità della famiglia
reale di farsi amare dai propri sudditi. Maria Antonietta appare visibilmente
dispiaciuta ma il suo pensiero è tutto rivolto a Fersen. Le due vengono
interrotte dall’entrata del re, il duca D’Orlèans e il generale Jarjayes, a cui
il re ordina di intervenire con l’esercito sulla folla che protesta di fronte al
palazzo dell’Assemblea. Oscar interviene, suggerendo i danni dell’uso delle
baionette ma nemmeno la regina da ascolto alle sue proteste e, quando tutta la
famiglia reale, ferma nelle sue intenzioni, lascia la scena, Françoise supplica
il padre di non eseguire l’ordine ingiusto che gli è stato impartito ma il
padre, fedelissimo alla monarchia e grato ad essa per tutti gli onori che ha
concesso ai Jarjayes, non può esimersi dall’eseguire gli ordini. Françoise,
quindi, “si congeda” dal suo ruolo di comandante e, in un certo senso, anche di
nobile, disconoscendo quasi la figura paterna e decidendo, finalmente, di unirsi
al popolo. Inizialmente, l’ex comandante ha qualche difficoltà a farsi accettare
dal gruppo di popolani in rivolta, nonostante ella dichiari di rinunciare al
proprio titolo; viene accusata di voler fare “gli interessi di quelli come lei”
e viene strattonata ma interviene André a difenderla. Françoise è stupita,
perché non si aspettava di trovarlo lì ma André dichiara essere uno del popolo,
uno di loro, e suggerisce agli altri di ascoltarla, di farla parlare e, se
proprio non dovessero crederle, di prendere la vita di lui, al posto di quella
di lei; a questo punto interviene anche Bastien, dicendo di conoscere la donna e
che non ha tutti i torti a dire di cercare di mantenere la calma, affinché la
vita di molti innocenti venga risparmiata. Robespierre si convince a rimandare
la ribellione in strada e dà appuntamento a tutti alla Sala della Pallacorda.
Mentre tutti si dirigono al luogo dell’appuntamento, Françoise e André rimangono
in scena e ricordano i tempi andati, visibilmente dispiaciuti per quello che è
accaduto, in particolar modo André.
“Credo.. si, insomma.. se mi guardo indietro, non c’è un ricordo che ti veda
assente.. Tu ci sei sempre stato..”
“Se fuggire fosse stata la soluzione io l’avrei dovuto fare molto tempo fa..”
“André..? Mi abbracceresti? Come faresti con la tua donna?”
Ma il tanto atteso abbraccio viene interrotto da Bastien che dice al
comandante che dalla Bastiglia si sentono rumori di spari e chiede cosa bisogna
fare e, ovviamente, la risposta è che per i valori come la Libertà e
l’Uguaglianza vale la pena di combattere. Durante gli scontri, André viene
colpito e, tra le braccia di Françoise, dichiara di averla sempre amata.. la
donna ha appena il tempo di dargli un bacio che André muore, impedendole di
dirgli che anche lei lo amava. Intanto, si continua a combattere e, quando il
generale Jarjayes, a capo delle truppe che si trovano nella Bastiglia, viene
informato che i ribelli si “stanno organizzato in fretta e bene”, grazie alla
presenza di Françoise, il padre non esita a puntare le armi contro la figlia e,
al grido di “Fuoco!”, le luci si spengono e il musical si conclude, suggerendo
senza mostrarlo, con un cono di luce su una rosa bianca, la morte di Françoise.
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